All’indomani della fine del Festival di Sanremo 2015 sono OVVIAMENTE già scattate le prime polemiche e sono fioccate le malelingue (si può dire?Boh) sulla kermesse. L’ultimo in ordine di tempo è l’ex X Factor e ex vincitore di Sanremo Giovani Tony Maiello (protetto, al tempo, di Mara Maionchi) che ha scritto sulla sua pagina Facebook ufficiale questo post vagamente polemico:
Mi chiedono spesso se tornerò mai a Sanremo, allora adesso provo a spiegare a mie parole come funziona il meccanismo, almeno per come la penso e per la mia esperienza.
Il Festival di Sanremo è una macchina da soldi come si può immaginare, così come li spende allo stesso tempo li deve incassare, ma negli anni alcune edizioni sono state chiuse in passivo o a limite quasi in pareggio.
Il Festival, inoltre, copre le spese di ogni artista e della sua crew che se non erro sono circa 10.000 € per ogni “giovane proposta” e circa 20.000 € per ogni singolo “campione”, quindi siamo ai primi quasi 500.000 € di spese che devono rientrare.
Il Festival ovviamente si avvale anche degli sponsor per affrontare queste enormi spese, ma gli sponsor (soprattutto pubblicitari) non pagano subito, ma chiudono dei contratti a cifre “variabili” con una soglia prestabilita…mi spiego meglio, non conosco i termini economici, ma detta semplicemente lo sponsor paga a seconda dello share, quindi meno è lo share e meno pagano, in caso contrario ovviamente più è alto lo share e più lo sponsor paga la soglia stabilita.
Tutto questo ovviamente viene “ipotizzato” prima e nessuno potrebbe sapere l’andamento del Festival, ecco perché gli sponsor si tutelano in questo modo.
Detto ció, quindi, il Festival deve essere impeccabile e fare gli giusti investimenti tra cantanti e ospiti vari per attrarre più sponsor possibili e soprattutto il pubblico.
Il pubblico genera il televoto, risorsa indispensabile per il Festival di Sanremo, ma come può trovare il modo di convincere la gente a votare?
…Con i cantanti, soprattutto quelli sulla cresta dell’onda freschi dai vari talent o quelli che hanno un “nome” abbastanza consolidato nel mondo della musica, che bene o male vendono ancora dischi o che in qualsiasi altro modo facciano parlare di se.
Questo significa che oltre alla competizione, alla musica, alle belle canzoni, ai cantanti e alle discografiche è anche un enorme business.
Detto ció, se mai un giorno ci sarà la mia presenza su quel palco, io avrò già avuto almeno 1 mio disco d’oro in precedenza, perché vi assicuro che senza di quello, senza aver venduto qualche migliaia di copie e senza essere risalito dal mio silenzio radio e discografico, non ci salirò…ma non perché io non ne abbia voglia, anzi, ma proprio perché non “posso”, io non posso andare a Sanremo fin quando non avrò la giusta attenzione del mercato, nemmeno con la canzone più bella del mondo, perché probabilmente nemmeno la ascolterebbero.
Posso dire solo che continuo sulla mia strada e semmai un giorno mi capiterà di nuovo di risalire sul palco di Sanremo, ne sarei felice oltre che onorato.
Passo e chiudo e vi voglio bene.
TM
L’ultimo suo pezzo, proprio quello del Festival, fu Il linguaggio della resa, poi l’oblio.