Un grave lutto ha appena colpito Lorenzo Cherubini Jovanotti: il padre Mario è deceduto questa mattina.all’ospedale di Cortona dopo una lunga degenza. Aveva 81 anni.
Jovanotti gli aveva dedicato il pezzo Mario, che vi pubblico qui sotto. Un abbraccio a Lorenzo e alla sua famiglia.
Testo
Mi ricordo da bambino che mio padre era spesso arrabbiato con me
e non sapevo perché ritornavo dalla scuola verso l’una e quaranta
e la fame era tanta con mia madre che diceva che c’è?
Lorenzo dimmi che c’è?
come è andata come mai non mi dici mai niente?
ma che razza di gente questi figli che ho certe volte
non so cosa ho fatto per vedervi dire sempre di no non lo so,
non lo so ma ti droghi?
fai veder le braccia ma che razza di faccia
non mi piace per niente quella razza di gente con la quale ti vedi
ma che cosa ti credi che tuo padre ed io non ti vogliamo bene?
sempre le stesse scene ogni giorno
ogni sera quella stessa atmosfera.
mentre mio padre mi vedeva crescere
lui mi sembrava non potesse invecchiare
mentre crescevo tre centimetril’anno lui era sempre uguale
Mi ricordo a dodici anni un pomeriggio di sole
mi portò a un funerale ma era uno speciale
che non c’era neanche un morto parente neanche un conoscente solo un sacco di gente seria
molto composta una specie di festa al contrario
e mio padre Mario mi diceva quando avrai un po’ più anni
potrai dire io c’ero ai funerali degli agenti della scorta di Moro
questa sera quasi ventisette anni
sto leggendo il giornale e di quel funerale
mi risale l’immagine in mente
e ho chiarissimo in testa quel concetto di festa al contrario
e di mio padre Mario che per come era sempre severo
mi appariva sincero nel dolore del restare impotente
insieme a molta altra gente che sostava di fronte al potere di pochi
sulla vita di molti e a quei volti sconvolti
delle madri delle mogli dei parenti e dei figli degli agenti della scorta di Moro
e mio padre Mario era così serio
E mi teneva sulla testa una mano
quel pomeriggio è lontano
quasi venti anni fa i negozi che chiudevano in tutta la città
ogni cosa era strana nella mia fantasia
non capivo perché in giro c’era tutta quella polizia
le sirene spiegate le serrande abbassate
sono più grande ma le cose non sono cambiate
La mia mano è più grande e mio padre più anziano
la mia mamma si preoccupa perché sono lontano.
Questa storia che ho detto con la rima baciata
non so forse neanche io perché ve l’ho raccontata
forse il centro di tutto è quella mano che mio padre mi appoggiò sulla testa
questo è quanto mi resta
un ricordo profondo grande come il mondo
questo gesto che mio padre ebbe il cuore di fare
questo gesto d’amore mille volte più potente di un pugno
in questa notte di giugno in cui scrivo mi fa essere vivo
pronto ad essere padre a mia volta
e a spiegare a mio figlio bambino come ogni destino si unisce si confonde
e si intreccia in comune con le altre persone
gli dirò che ogni schiaffo e ogni pugno che è dato
ogni piccolo diritto che nel mondo è violato
è una ferita per tutti gli esseri della terra
e finché non c’è giustizia ci sarà sempre guerra