Che cos’è Periscope? Ve l’ho spiegato in due parole qui, un paio di giorni fa. Sostanzialmente è l’ennesimo strumento del demonio social network che permette a tutti gli utenti in possesso di un profilo Twitter e di una buona connessione di registrare dei video in diretta streaming, raccontando la propria vita (???) attraverso immagini in movimento.
Detta così potrebbe anche apparire abbastanza poetica come cosa, in realtà Periscope è semplicemente il nuovo mezzo per condividere gambe, piedi, culi, petti nudi e chi più ne ha più ne metta: per molti twitteri, Periscope è già diventato una sorta di Instagram in versione porno soft dove trasmettere la preparazione alla discoteca (ma veramente???), il doccia-time e il pappa-time. Insomma, come prevedibile, dopo neanche due o tre settimane di esistenza Periscope vi è già sfuggito di mano, come qualunque altro social in circolazione, vi ha dato l’ennesima occasione per mettere in luce il vostro egocentrismo e narcisismo. Non aspettavate altro.
C’è però un lato estremamente positivo che non mi sarei mai aspettato: per noi blogger (che parola di merda) Periscope è un utilissimo strumento per scovare notizie in esclusiva più di qualunque altro mezzo. Tutto questo ovviamente vale anche al di fuori della blogosfera e investe positivamente anche i fan, che possono avere notizie in anteprima se i propri artisti preferiti decidono di rivelare qualcosa nel corso delle loro sessioni streaming. Periscope, in questo senso, diventa una versione di Twitter potenziata di brutto; fra le altre cose alcune case discografiche l’hanno già iniziato ad utilizzare, una scelta davvero molto apprezzata dal sottoscritto.
Voi che ne pensate? Avete già fatto qualche sessione di Periscope?