Qualche settimana fa, mentre tornavo a casa in metropolitana dal mio ormai ex lavoro, mi sono per caso imbattuto sulla pagina Facebook ufficiale di Algida, dove era apparso in anteprima il nuovo spot del celeberrimo cornetto, all’interno del quale veniva svelato un breve estratto di Vorrei ma non posto, chiacchieratissima collaborazione fra Fedez e J-Ax . La news mi era balzata gli occhi, come sempre, sulla mia home Twitter, che consulto quotidianamente alla ricerca delle informazioni più fresche della rete. All’improvviso, quella mezz’oretta che mi separava dal doppio giro di chiavi della mia serratura si era trasformata in un’eternità.
Io e parecchia altra gente del settore in giro per l’Italia sapevamo esattamente cosa fare: a partire da quel momento dovevamo subito metterci di fronte ad un computer, trascrivere il testo di quel breve estratto, embeddare il video e uscire con un pezzo, il tutto nel minor tempo possibile. Era infatti più che scontato che non appena le televisioni avessero iniziato a mandare in onda quella pubblicità, la gente avrebbe cercato su Google informazioni riguardo alla canzone in sottofondo come se non ci fosse stato un domani. Le previsioni, scontato dirlo, si sono avverate, trasformandosi immediatamente in decine di migliaia di contatti.
Questa canzone racchiude in sé tutte le migliori caratteristiche che ci potremmo aspettare da un pezzo estivo e pop, nel senso di (nazional)popolare: ha le strofe in finto stile reggae, qualche immancabile scopiazzamento di Major Lazer e tante (ma proprio tante) parole a caso, tutte in funzione di un ritornello che piazza, in maniera fra l’altro piuttosto macchinosa, termini come “estate” e “mare” giusto per renderla il più appetibile possibile alle radio e ai siti che, arrivati ad una certa, si troveranno obbligati a mettere da parte la recensione dell’ultimo disco di Anohni e a stilare la classifica dei tormentoni più in voga della bella stagione. La cosa davvero assurda è che il pezzo, in teoria, dovrebbe parlare del rapporto malato che abbiamo con i social, ma in realtà contiene svariati versi totalmente scollegati dal resto, come per esempio il pezzo iniziale di Fedez, la più grande attention whore che abbiamo in Italia, sempre alla ricerca di frecciatine a politici e star varie funzionali a scatenare polemiche e raccattare un briciolo di visibilità in più.
Il valore e l’importanza di Vorrei ma non posto, tuttavia, è molto più grande di quello che qualunque distratto ascoltatore di RTL 102.5 potrebbe pensare: la conferma ci è arrivata con il suo video ufficiale, uscito lo scorso 6 maggio, dove i due rapper (?) copiano Lean On (ancora!) e Hymn for the weekend dei Coldplay e piazzano un MEGA spottone al gelato di cui sopra, ben evidenziato nell’immagine di copertina che ho scelto non a caso. Non si vedeva un product placement così spudorato in un video musicale dai tempi dell’iMac colorato in If you had my love di Jennifer Lopez.
Ce li siamo immaginati un po’ tutti, non nascondiamocelo: un bel giorno, probabilmente verso fine marzo/primi di aprile, Newtopia e Algida si devono essere messi di fronte ad un tavolo per discutere di affari, roba grossa, un brano fresco e stupidino che però avrebbe portato ad entrambi soldi a vagonate. L’obiettivo è stato centrato in pieno e noi blogger (o presunti tali, parlo del mio caso) ci siamo cascati di brutto, finendo fra l’altro per canticchiare il pezzo, causa ascolto reiterato per la trascrizione del testo (certo, quest’ultimo principio non vale per chi si è limitato al copia e incolla). Era un circolo virtuoso: lo spot avrebbe spinto a scaricare la canzone, il video avrebbe spinto ad acquistare il gelato. Metteteci poi il Salentu, lu sule, lu mare, lu ientu e il cerchio si chiude.
Il risultato? A quasi due mesi dalla sua pubblicazione, il pezzo è ancora in seconda posizione su iTunes (dietro a Sofia del buon Alvaro Soler) e ha già ottenuto il doppio disco di platino, oltre a più di 50 milioni di views su Youtube: in questo senso, Vorrei ma non posto dovrebbe essere presentato in qualunque buon corso accademico che si rispetti come esempio sopraffino e “perfetto” di operazione di marketing musicale. Certo, sperando che nessun laureando in materia si compri proprio quell’esame all’Università, sennò tutte quelle migliaia di ascolti non saranno servite ad un cazzo.
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