Partiamo con un’informazione inutile e non richiesta: io e DJ Snake siamo divisi da due soli gradi di separazione. Il mio ex coinquilino francese era infatti uno dei suoi amici più stretti già ben prima che il produttore, nato a Parigi e cresciuto in Bretagna, diventasse famoso a livello mondiale con l’esplosione della hit Lean On: da quel momento in poi per Snake si è aperta una strada talmente in discesa da averlo spinto a pensare, probabilmente, che avrebbe potuto copiare e incollare lo stesso stile anche per tutte le produzioni successive, confluite nel suo primo vero disco di debutto Encore.
All’interno dell’album il dj prende ispirazione, se così possiamo dire, da un trend molto comune: William Grigahcine, questo il suo vero nome, si è infatti scelto una lunga lista di collaboratori prestigiosi passando poi ore e ore nella sua sala di registrazione per cercare di tirargli fuori una base ad hoc che, per quanto electro, potesse risultare ballabile e allo stesso tempo non troppo simile alle altre. In sostanza, quello che da anni artisti come David Guetta o Bob Sinclar ci propinano nei loro dischi.
Il risultato finale? Encore è un album abbastanza dozzinale, all’interno del quale Dj Snake prova un po’ di tutto senza però, a mio avviso, fare mai davvero la differenza: siamo ad anni luce di distanza dalle scelte rischiose e le sperimentazioni di un capolavoro quasi psichedelico come Skin di Flume, qui infatti troviamo un utilizzo di determinate sonorità moombathon già sperimentato praticamente ovunque, da M.I.A. (che vanta di certo dei testi più profondi) a tutto Peace is the Mission dei Major Lazer. E ho citato soltanto un paio di casi fra le decine di cui avrei potuto parlare.
All’interno del disco, per esempio, risuonano fra le altre cose una dubstep un po’ fine a sé stessa (vedasi Pigalle, Propaganda) o ancora canzoni identiche a quelle già propinateci dal collega e amico Diplo in tempi non sospetti, come nel caso di Sahara con Skrillex o Ocho Cinco con Yellow Claw, che mescolano etnica e quasi-hardcore esattamente come era stato fatto in Roll the bass. Purtroppo però c’è di più: a condire questo popo’ di roba arrivano anche la tropical house (basta, vi prego, un Kygo basta e avanza!) di Talk, il gangsta rap che non c’entra nulla in Oh me oh Me e The Half e persino un’ennesima Lean On 3.0 nel caso di Let me love you, brano abbastanza imbarazzante in collaborazione con Justin Bieber.
Encore di Dj Snake è in sostanza un album pietoso? Ma in realtà no, ad essere sinceri, però non è nient’altro che un connubio di qualcosa che stiamo ascoltando in loop, da diversi mesi, praticamente ovunque e senza alcuna variazione interessante. E poi dentro c’è di tutto, senza un criterio preciso: DJ Snake è un producer rap, electro, pop o cos’altro? Avesse mantenuto 10 buone canzoni sulla scia di You know you like it (che mi piace un sacco) sarebbe stato tutto un altro discorso: Encore è un bel disco per scaldare il pubblico di uno stadio prima del mega concerto di turno, ma ascoltato fuori contesto mi ha un po’ stomacato.
Tracklist
1. Intro (A86)
2. Middle (Feat. Bipolar Sunshine)
3. Sahara (Feat. Skrillex)
4. Sober (Feat. JRY)
5. Pigalle (Feat. Moksi)
6. Talk (Feat. George Mapple)
7. Ocho Cinco (Feat. Yellow Claw)
8. The Half (Feat. Jeremih, Young Thug & Swizz Beatz)
9. Oh Me Oh My (Feat. Travi$ Scott, The Migos & G4shi)
10. Propaganda
11. 4 Life (Feat. G4shi)
12. Future Pt 2 (Feat. Bipolar Sunshine)
13. Let Me Love You (Feat. Justin Bieber)
14. Here Comes the Night (Feat. Mr Hudson)