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Daniele Silvestri: audio e testo di Argentovivo

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A poche ore dalla prima esibizione sul palco dell’Ariston, Daniele Silvestri ha pubblicato su Spotify e su tutte le principali piattaforme musicali il brano Argentovivo (insieme a Rancore) in gara al Festival di Sanremo 2019.

Il pezzo sarà incluso in Scusate se non piango, il nuovo disco di Daniele Silvestri in uscita il 3 maggio. Qui sotto audio e testo della canzone.

Testo

 

Ho sedici anni
Ma è già da più di dieci
Che vivo in un carcere
Nessun reato commesso là
Fuori
Fui condannato ben prima di nascere
Costretto a rimanere seduto per ore
Immobile e muto per ore
Io, che ero argento vivo
Signore

Che ero argento vivo

E qui dentro si muore.
Questa prigione corregge e
Prepara una vita
Che non esiste più da
Almeno vent’anni
A volte penso di farla finita
E a volte penso che dovrei vendicarmi
Però la sera mi rimandano a casa
Lo sai

Perché io possa ricongiungermi a tutti i miei cari
Come se casa non fosse una gabbia anche lei
E la famiglia non fossero i domiciliari
Ho sedici anni ma è già da più di dieci
Che vivo in un carcere
Nessun reato commesso là
Fuori

Fui condannato ben prima di nascere
E il tempo scorre di lato ma
Non lo guardo nemmeno
E mi mantengo sedato per
Non sentire nessuno
Tengo la musica al massimo

E volo
Che con la musica al massimo
Rimango solo
E mi ripetono sempre che devo darmi da fare
Perché alla fine si esce e non saprei dove andare
Ma non capiscono un cazzo, no
Io non mi ci riconosco
E non li voglio imitare

Avete preso un bambino che
Non stava mai fermo
L’avete messo da solo
Davanti a uno schermo
E adesso vi domandate se sia normale
Se il solo mondo che apprezzo
È un mondo

Virtuale
Io che ero argento vivo
Dottore
Io così agitato, così sbagliato
Con così poca attenzione
Ma mi avete curato
E adesso

Mi resta solo il rancore
Ho sedici anni
Ma è già più di dieci
Che ho smesso di credere
Che ci sia ancora qualcosa là
Fuori

E voi lasciatemi perdere
Così facile da spiegare
Come si nuota in mare
Ma è una bugia, non si può imparare
A attraversare
Quel che sarò
Nella testa girano pensieri

Che io non spengo
Non è uno schermo
Non interagiscono se li tocchi
Nella tasca un apparecchio
Specchio di quest’inferno
Dove viaggio, dove vivo, dove mangio
Con gli occhi

Sono fiori e scarabocchi in un quaderno
Uno zaino come palla al piede
Un’aula come cella
Suonerà come un richiamo
Paterno il mio nome dentro l’appello
E come una voce materna la
Campanella suonerà
È un mondo nato dall’arte

Per questo artificiale
In fondo è un mondo
Virtuoso
Forse per questo virtuale
Non è una specie a renderlo
Speciale
E dicono
Che tanto è un movimento

Chimico
Un fatto mentale
Io che non mentivo
Che ringraziavo ad ogni mio
Respiro
Ad ogni bivio, ad ogni brivido
Della natura
Io che ero argento vivo in
Questo mondo vampiro
Mercurio liquido se leggi la

Nomenclatura.
Ho, sedici anni ma già da
Più di dieci vivo in un
Carcere
E c’è un equivoco nella
Struttura
E fingono ci sia una cura
Un farmaco ma su misura
E parlano parlano parlano

Parlano
Mentre mio padre mi spiega
Perché è importante studiare
Mentre mia madre annega
Nelle sue stesse parole
Tengo la musica al massimo
Ancora

Ma non capiscono un cazzo, no
E allora
Ti dico un trucco per
Comunicare
Trattare il mondo intero
Come un bambino distratto

Con un bambino distratto
Davvero
È normale
Che sia più facile spegnere
Che cercare un contatto
Io che ero argento vivo

Signore
Io così agitato
Così sbagliato
Da continuare a pagare in
Un modo esemplare
Qualcosa che non ricordo di
Avere mai fatto

Ho sedici anni
Ho sedici anni e vivo in un carcere
Se c’è un reato commesso là
Fuori
È stato quello di nascere

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