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Il bello di avere uno spazio online tutto tuo è che puoi dire e fare quello che ti pare senza che nessuno possa venire a romperti le scatole. In questo senso, sono molto felice di avere un blog e di potervi parlare, a cuore aperto, delle ridicole (non conosco altri termini per definirle) polemiche relative a Jova Beach Party di Jovanotti. E sono anche felice di non dovermi impegnare poi più di tanto per scrivere “con quello stile là” che tanto piace a certi editorialisti.
Partiamo con un paio di premesse. Lo scorso inverno (credo fosse gennaio, o giù di lì, non ho voglia di controllare) Lorenzo Jovanotti annuncia l’arrivo di Jova Beach Party, un grande evento itinerante, a metà fra concerto e festival, che avrebbe portato in alcune fra le spiagge più celebri d’Italia.
Consapevole delle possibili polemiche in agguato, Jovanotti aveva deciso per l’occasione di accogliere come partner nel progetto il WWF, sottolineando (come primo, anzi primissimo punto) che le spiagge interessate sarebbero state riconsegnate ai rispettivi comuni in condizioni impeccabili. Al tempo, ero presente in sala, nessuno o quasi aveva battuto ciglio. Al massimo qualche domanda, ma di certo nessun lancio di bottiglie contro l’artista in questione.
Qualche giorno fa mi invitano a Lignano Sabbiadoro, accetto volentieri, anche se questo avrebbe comportato quasi tre ore di auto andata e ritorno, tutto a mie spese. Complice la presenza di una comoda sala stampa, ammetto di aver amato moltissimo l’evento, particolarmente il clamoroso dj set e concerto finale, una delle cose più divertenti e originali a cui abbia partecipato di recente. Se di polemiche bisogna parlare, e su questo non ci piove, va sottolineata l’organizzazione a dir poco vergognosa all’interno dell’area, con file chilometriche praticamente ovunque. Trident, la società che organizza l’evento, si è però resa conto dell’errore, corretto in corso d’opera già nella successiva tappa di Rimini.
Siamo partiti! Prima tappa del Jova Beach Party!Lignano Sabbiadoro ha risposto meravigliosamente. In termini di…
Pubblicato da Trident Music su Domenica 7 luglio 2019
Come riportato da questo articolo de La Stampa, la spiaggia di Lignano il giorno dopo il concerto è stata completamente ripulita. Curiosamente, però, per “il popolo del web”, che a Jova Beach Party neanche ha partecipato, Jovanotti inquina e distrugge l’ambiente. Ma non è finita qui, purtroppo.
Ad aggiungersi alla lista di ridicole (ribadisco) polemiche su Jova Beach Party c’è stata quella relativa ai volontari. In pratica, gli organizzatori di alcune date hanno proposto a chi potesse essere interessato di partecipare alla giornata gratuitamente in cambio di un lavoro a giornata che avrebbe visto i suddetti volontari impegnati nella raccolta dell’immondizia.
Apriti cielo. La rete ha scoperto l’esistenza dei volontari agli eventi musicali, una pratica che esiste da sempre e che permette a molti di passare una giornata sì a sgobbare (che poi, neanche stessimo parlato di discariche a cielo aperto) ma di godersi allo stesso tempo la musica di un artista che magari potrebbero pure apprezzare. I volontari, in quanto tali, possono scegliere cosa fare. Nessuno impone niente. Ma si è parlato di sfruttamento del lavoro. Tutto questo quando, fra le altre cose, un’attività del genere avrebbe idealmente fruttato ai volontari la stessa cifra del prezzo del biglietto più i viveri promessi nell’offerta. Difficile pensare che un umile spazzino possa meritare di essere pagato più di 60 euro a giornata.
Lo sapete qual è il problema? Oltre al fatto che molti di voi (sì, parlo proprio con voi) giudicano senza aver vissuto l’evento e solo in base ad un paio di foto viste su internet (che atteggiamento grillino, santo cielo) non vi rendete conto di come Jovanotti non sia, evidentemente, il problema.
Se il mondo sta andando a puttane, non è certo per colpa di un concerto sulla spiaggia. Quante persone, ogni estate, si affollano sui litorali dove Cherubini ha deciso di organizzare i suoi live? Quanti rifiuti vengono abbandonati senza che nessuno faccia nulla, o quasi? Jovanotti si è impegnato affinché la spazzatura, la tanto pericolosa plastica, venisse accuratamente raccolta dal suo pubblico e/o dai volontari. Possiamo dire lo stesso di ogni singolo responsabile degli stabilimenti balneari della riviera romagnola o, che ne so, di Ostia Lido?
Nessuno può e vuole ammetterlo, ma il motivo vero di tutto questo livore nei confronti di Jova Beach Party è solo ed esclusivamente Jovanotti e tutto quello che rappresenta. Se Jovanotti vi sta sulle scatole ditelo chiaro e tondo, ci fareste una figura di gran lunga migliore.
Oggi come oggi, Cherubini è il rappresentante di una musica media e quasi sempliciotta, per famiglie, per persone fin troppo normali che nel mondo attuale paradossalmente, infastidiscono le nuove élite. La musica semplice con i ritornelli da stadio, la coppia di sposini con prole al seguito che mangiano il panino con il prosciutto in riva al mare, il single palestrato con il tribale sul polpaccio, sono diventati un elemento di fastidio. Perché la banalità e il mainstream oggi spaventano più che mai. Molto di più del global warming, diventato in questo caso una palese scusa per “dargli all’untore”.