SEGUI ZIOMURO SU TWITTER E INSTAGRAM
Che cosa sta succedendo esattamente a Bibbiano, comune della provincia di Reggio Emilia fino a qualche giorno fa sconosciuto ai più? La situazione non è chiara ma si potrebbe riassumere in brevissimo in questo modo.
Lo scorso 27 giugno i carabinieri di Reggio Emilia hanno messo agli arresti domiciliari 18 persone nell’ambito di un’inchiesta su un presunto traffico di minori nel comune emiliano. A quanto pare, in base alle indagini, sarebbe in atto nel comune un sistema illecito di gestione dei minori in affido. Il sistema, a quanto pare, si baserebbe anche sulla manipolazione dei minori loro malgrado protagonisti della vicenda da parte di un pool di psicologi e psichiatri.
Le accuse sono gravissime. Si parla di frode processuale, depistaggio, maltrattamenti su minori e falso in atto pubblico fra le altre cose. In estrema sintesi, sembrerebbe che alcuni funzionari pubblici facessero parte di un’associazione criminale volta a togliere bambini di famiglie in difficoltà e ad assegnarli, sotto pagamento, a famiglie di amici e conoscenti.
Il caso di Bibbiano si è trasformato, come spesso accade in questi casi, nell’ennesimo motivo di strumentalizzazione politica. Il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, esponente del PD, è infatti stato indagato nell’ambito della vicenda per concorso in abuso di ufficio.
Ecco dunque il motivo dietro i conseguenti attacchi da parte di Luigi di Maio del M5S, di Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia e, ovviamente, di Matteo Salvini. Il “partito di Bibbiano” l’hanno chiamato. Ma in tutto questo, che cosa c’entrano Nek e Laura Pausini?
Nonostante il caso sia in questi giorni sia sulla bocca di tutti e appaia sui principali quotidiani e tg italiani, i due artisti (con spirito, va detto, un po’ “grillino”) hanno denunciato come “nessuno stia parlando dei bambini di Bibbiano”.
Gli “hater”, se così li vogliamo chiamare, hanno criticato i due artisti per la loro estrema leggerezza e per aver fatto il gioco di chi ha voluto trasformare la vicenda, a torto, nell’ennesimo strumento di propaganda politica.
Uno scivolone tremendo, va detto, che meriterebbe scuse pubbliche da parte di entrambi.