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Il Re Leone: come se l’è cavata Marco Mengoni nel doppiaggio di Simba?

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Sarà un articolo complicato. Qualche tempo fa, dovete sapere, mi ero permesso di scherzare sul presunto flop dei primi due singoli di Marco Mengoni estratti da Atlantico, Buona Vita e Voglio. Era dai tempi dei flame su Mika o del j’accuse nei confronti di Ermal Meta che non mi toccava aver a che fare con fan così sfegatate. Una montagna di merda vista raramente.  Ma è il problema dei fandom: non esiste, di norma, la possibilità del contraddittorio, ma in fondo è anche comprensibile che sia così.

Il tempo, comunque sia, mi ha smentito clamorosamente. Nonostante l’iniziale tiepida accoglienza dei brani di cui sopra, Atlantico è stato un successo, nonché un disco splendido nel suo complesso (a questo proposito vi invito a recuperare la mia recensione). A coronare un anno notevole, Mengoni ha fra l’altro imbastito un tour outdoor letteralmente da levare il fiato (Fuori Atlantico) in alcune delle più suggestive location all’aperto in Italia. E poi, ciliegina sulla torta, è arrivato il ruolo di Simba ne Il Re Leone.

La scelta di Marco Mengoni come Simba nel live action de Il Re Leone è stata azzeccata?

Affrontiamo la questione numero uno. Inevitabilmente, per rispondere in modo più o meno oggettivo, è necessario capire in che squadra vogliamo giocare. Se nell’Esercito, o se nella squadra al di fuori del fan club.

A livello estetico, promozionale e di immagine personale (e cinematografica) Mengoni è stata una scelta di per sé perfetta per Il Re Leone. Ricordo che quando l’ho scoperto, da fan ed ex dipendente Disney, sono rimasto letteralmente a bocca aperta. E in senso positivo, beninteso.

Sono legato a Il Re Leone in modo particolare, ho un legame quasi viscerale con il film e, tra le altre cose, seguo Marco fin dagli esordi di X Factor. Di conseguenza, la consapevolezza che sarebbe stato lui ad prendere in mano il ruolo del protagonista (e l’interprete di certe canzoni capolavoro) mi ha gasato, e pure parecchio. Mengoni è ad oggi LA voce della musica italiana maschile.

Come spiegato ampiamente qui, in un articolo che in molti mi hanno postato, la direttrice del casting per le voci del live action de Il Re Leone, Fiamma Izzo, ha tenuto a chiarire il suo punto da professionista riguardo la scelta di inserire Marco Mengoni (ed Elisa) nel cast vocale del live action di John Favreau. Qui ci spostiamo dalle opinioni personali a quelle, diciamo così, professionali.

In estrema sintesi, la Izzo ha spiegato che la scelta di un doppiatore per un film di animazione è necessariamente condizionata dalla casa produttrice. Disney, per esempio, ha espresso la necessità di non avere gli stessi doppiatori del film del 1994. Mengoni, come tutti gli altri, ha sostenuto un provino vocale che è stato poi inviato agli Stati Uniti e che è stato approvato. Se non fosse stato adeguato, probabilmente, ora non staremmo qui a parlarne.

La proposta iniziale alla Izzo (accettata di buon grado da quest’ultima, visto il lavoro svolto con Mengoni sul film Lorax) è giunta (immagino) da Disney Italia. La casa madre ha imposto per questo film in particolare, nei ruoli dei protagonisti, due doppiatori che fossero anche e soprattutto cantanti:

entrambi i personaggi, all’interno del film, avevano delle canzoni molto complesse da un punto di vista tecnico e interpretativo, a fronte di una parte recitata quantitativamente piuttosto contenuta. Sempre più spesso, dall’America vogliono che le parti recitate e quelle cantate siano affidate alla stessa persona, ragion per cui la Disney ha ritenuto pratico cercare i talent proprio tra i cantanti»

Nell’intervista, va detto, la direttrice del doppiaggio non fa riferimento, in modo preciso, alle capacità interpretative di Mengoni. Piuttosto, la Izzo elogia Mengoni (ed Elisa) per il suo approccio estremamente professionale e per l’umiltà con la quale si è avvicinato a questo difficile ruolo:

Una volta capito il passaggio, Marco ha chiesto di rifare gran parte delle scene che aveva già doppiato, affrontandole alla luce della nuova consapevolezza. Lavorare con lui ed Elisa, due cantanti, è stato molto stimolante: il loro approccio era prettamente musicale. Loro sentivano delle note all’interno delle battute e riproponevano quelle stesse note in italiano. Il mio lavoro di direttrice è stato far capire loro che le note dell’inglese non sempre vanno bene per la recitazione italiana, e in quei casi occorreva trovare soluzioni che, pur discostandosi dai suoni originali, restituissero il valore emotivo delle battute»

Al di là delle loro capacità, Marco Mengoni ed Elisa, va detto, sono indubbiamente stati scelti anche per spingere una certa fetta di pubblico al cinema. La lista di doppiatori “testimonial” per lungometraggi d’animazione (particolarmente quelli Disney) è infinita e rappresenta niente di più e niente di meno che una strategia di marketing. Nulla che ci stupisca, o ci scandalizzi. Lo stesso identico principio, oltreoceano, è valso per il casting di Beyoncé.

Ma passiamo ora al secondo punto!

Marco Mengoni se l’è cavata nel doppiaggio de Il Re Leone?

Gli unici che possono permettersi di dare un giudizio credibile e completo sulle performance di Marco Mengoni in veste di doppiatore sono proprio gli esperti del settore. Se la Izzo è rimasta (dopo tutto) vaga nell’analisi qualitativa della performance dell’artista nei panni di Simba, chi si è esposto leggermente di più è stato il critico Victorlazslo88, che nel suo canale ha fatto una lunga disanima del film sottolineando che Mengoni “se l’è cavicchiata, dopo tutto“.

Qui sotto il suo video.

Torniamo ora al campo delle opinioni, con una piccola provocazione.

Personalmente, e non ho paura di ribadirlo, Marco Mengoni non mi ha fatto impazzire come doppiatore. Ciò non significa che abbia fatto schifo, significa che non mi ha fatto emozionare come avrei voluto. Me lo aspettavo, lo speravo tanto, visto il mio livello di attaccamento al film. Amen, non è accaduto. Attenzione: venero Beyoncé dai tempi delle Destiny’s Child, l’avrò vista 6 volte dal vivo, eppure trovo che la sua Nala sia stata monocorde e anzi a tratti agghiacciante.

Le mie prime impressioni sul film, fra l’altro, le avevo scritte senza problemi su Twitter, appena uscito dal cinema:

E qui mettiamo in chiaro, anzi ribadiamo, una cosa. Marco Mengoni non fa il doppiatore di professione. Io non faccio il doppiatore di professione. I fan dell’Esercito tantomeno (fino a prova contraria, si intende). Conseguentemente, è del tutto normale esprimere un’opinione a riguardo. Un’opinione che può essere tanto dura (e ne avrei tutto il diritto, sia chiaro) tanto positiva. Vivendo in una democrazia, se volessi, potrei anche stroncarlo. Ma non è questa l’occasione, non ne avrebbe alcun senso, anzi sarebbe ingiusto.

La verità, come spesso accade, sta nel mezzo. L’unica certezza sul tema Mengoni-doppiatore (a mio avviso) è che le frasi riprese da Edoardo Stoppacciaro nell’intervista a Fiamma Izzo (“scelte arbitrarie”, “siamo i soliti italiani”, “ma non potevano richiamare i doppiatori del cartone animato?) siano semplicemente la rappresentazione del pensiero dei soliti frustrati da tastiera. Al di là della resa finale, difficilmente a livello artistico sarebbe stato possibile fare una scelta più a fuoco di quella di Mengoni ed Elisa per Simba e Nala. A livello qualitativo, invece, cerchiamo di venirci incontro e di accettare il confronto. Io sono disposto, e voi?

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