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Parigi. Anno domini 2014. Jay-Z e Beyoncé concedono all’Europa due sole date del loro primo tour congiunto, completamente sold out, allo Stade de France di Parigi. I due sono molto legati alla capitale francese, dove hanno fra le altre cose concepito la loro primogenita Blue Ivy, nata ne 2012.
Io c’ero, lo potrò raccontare ai miei figli, distantino, ma c’ero. Prato B, mai più nella vita, però ero in buona compagnia. La mia prima volta per Beyoncé, la mia prima volta per Jay-Z, a conclusione di 6 mesi di vita in un paese straniero, a cercare fortuna e a costruirmi un futuro. Un pezzo di esistenza si chiudeva con un live per pochi eletti, carico di musica di cui mi sono nutrito per almeno 15 anni, con Nicki Minaj ospite a sorpresa.
Ecco perché, quando ho scoperto che sarebbero tornati, per di più dalle nostre parti, con un nuovo album a cui fare promozione, non ho risposto delle mie azioni. Incredibile ma vero, i The Carters sono davvero arrivati in Italia, un paese che (inutile nasconderlo( non ha mai davvero apprezzato la loro musica. Non ci saremmo potuti mai aspettare, in effetti, lo stesso identico livello di show, e soprattutto di pubblico, dei nostri vicini mangiabaguette, dove la cultura afro è profondamente radicata e dove, contrariamente all’Italia, quelli che qui alcuni chiamano risorse sono fra le persone più influenti del paese.
Sarebbe stupido nascondere il gap di accoglienza da parte del pubblico presente (inondato da un temporale estivo) fra Queen B e “il marito”. Allo stesso modo, è inutile negare che, rispetto al precedente tour, i due artisti abbiano perso, seppur in minima misura, il collante. Dimostrazione di ciò è la presenza di due distinte e lunghissime passerelle, dove ognuno, al momento opportuno, si prende il proprio spazio. Da un lato, c’è Beyoncé che si siede a cantare Resentment (si era già accorta delle corna quando la scrisse?); dall’altro c’è Jay-Z che compare da una botola e intona Song Cry. Rispetto al primo On The Run Tour, la maretta in casa Carter sembra insomma farsi sentire, anche se su quell’assurdo palco mobile i due sembravano essere parecchio affiatati.
Al concerto, dunque, non manca nulla e (quasi) nulla è fuori posto. La scaletta è splendida e ricca e, nonostante si senta tantissimo la mancanza dei pezzi più cupi di BEYONCE, Jay-Z compensa con almeno di un paio di chicche per intenditori (U Don’t Know dal capolavoro The Blueprint 2, la storica Big Pimpin’ e The Story of O.J,. accompagnata da una serie di visuals clamorosamente instagrammabili).
L’On The Run 2 Tour è dunque più patinato rispetto al precedente, leggermente meno gangsta, ma estremamente al passo con i tempi. Ne è dimostrazione la sezione finale del live a San Siro, che prende a mani basse ispirazione dal Coachella di Beyoncé (orchestra di fiati compresa, un vero spettacolo per occhi e orecchie) e la traduce in formato stadio.
Quello di cui abbiamo sentito la mancanza nell’On The Run Tour 2 è stato almeno un pezzo di Everything is love, il primo disco congiunto della carriera dei The Carters, spuntato fuori a sorpresa per rimettere insieme i cocci di una relazione che in realtà sembra essere più solida che mai (i maligni dicono sia solo business, ma tant’è). Poco male, in ogni caso, considerato che l’alternativa è stata lasciare spazio a pezzi come 99 problems, Clique, o Mi Gente, canzoni che difficilmente avremmo mai pensato sarebbero stati suonati a San Siro. Vedere Jay-Z, da questo punto di vista, è stato un mezzo miracolo.
Cosa è mancato, dunque, all’On The Run Tour 2 di Milano per essere definito il live perfetto? Un pelo di interazione in più con il pubblico, quel sano cazzeggio che però deve trovare il dovuto feedback da parte opposta (davvero la gente non conosceva Run this town? Dai!). Quel calore umano che la straordinaria Beyoncé raramente riesce a dare e che un Jay-Z in forma a dir poco strepitosa, seppur a sprazzi, ci ha regalato.
Il prossimo step per i The Carters sarà lo Stadio Olimpico di Roma, dove immagino riceveranno e concederanno lo stesso identico tipo di trattamento. Tutt’altro discorso invece vale per l’imminente tappa del 14 luglio a Saint Denis, dove il duo di artisti di colore è venerato al pari di una divinità. Il sottoscritto farà un salto anche lì, ma sarà tutta un’altra storia. Non credo di uscire vivo da N*iggas in Parsi nel bel mezzo del parterre, in caso contrario già sapete dove trovare il racconto di ciò che accadrà. Considerato che si parla della festa nazionale francese, mi aspetto come minimo i fuochi d’artificio.
Qui sotto scaletta e video dell’On The Run 2 Tour a San Siro: in fondo al post, trovate una ricchissima fotogallery.
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— ziomuro (@ziomuro) July 7, 2018
Carico un po’ di video che mi servono per la recensione #OTRII pic.twitter.com/voVt99fQPm
— ziomuro (@ziomuro) July 7, 2018
Scaletta On The Run 2 Tour Beyoncé Jay-Z Stadio San Siro Milano 6 luglio 2018
Holy Grail
Part II (On the Run)
’03 Bonnie & Clyde
Beach Interlude
Drunk in Love
Diva / Clique
Dirt Off Your Shoulder
On to the Next One
Fuckwithmeyouknowigotit
Flawless / Feeling Myself
Big Pimpin’
Jamaica Interlude
Run This Town (Jay Solo)
Baby Boy (Bey solo)
Mi Gente (Remix) / You Don’t Love Me (No, No, No)
Bam
Hold Up / Countdown
Sorry
Bar Fight Interlude
99 Problems
Ring the Alarm
Don’t Hurt Yourself
I Care / 4:44
Song Cry
Resentment
Running Interlude
Family Feud
Upgrade U
Niggas in Paris
Beach Is Better
Formation
Run the World (Girls)
Public Service Announcement
Ballet Interlude
The Story of O.J.
Déjà Vu (Bey and Jay)
Show Me What You Got / Crazy in Love
Freedom
U Don’t Know
Baptism Interlude
Young Forever