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Incredibile ma vero, nelle scorse ore ilMinistero della Cultura ucraino ha inserito il nostro Albano Carrisi nella blacklist delle persone che possono costituire una minaccia nazionale per il paese.
La lista, che oggi contiene 147 persone, viene stilata in base alle richieste del Consiglio di Sicurezza e Difesa nazionale dell’Ucraina, dei servizi di sicurezza ucraini e del Consiglio della Tv e Radio nazionali. A riferirlo, poche ore fa, è stata l’agenzia Interfax.
Ma perché Albano dovrebbe costituire una minaccia per l’Ucraina? Il motivo risale alla sua ammirazione per il presidente russo Vladimir Putin e al fatto che, particolarmente negli anni ’80, Albano e Romina fossero uno dei gruppi più apprezzati nell’Unione Sovietica. Ancora oggi, a più di 30 anni di distanza dallo scioglimento dell’URSS, i rapporti fra Russia e Ucraina (particolarmente in riferimento alla penisola della Crimea) sono tesissimi.
Quale sarà stata la reazione di Albano? Qui sotto trovate l’intervista esclusiva concessa a RTL 102.5.
Il Governo ucraino dice che l’amicizia con il presidente russo Putin è la colpa.
Io non ho mai parlato di amicizia con Putin e mi dispiace, non sono amico perché è impossibile essere amico di una potenza del genere ma ho avuto l’opportunità di conoscerlo in tre occasioni ed è una persone eccezionali. A parte il fatto che quando va in giro non è che arriva Putin, arrivano trecento persone prima e altre quattrocento quando c’è lui, non stai mai da solo a tu per tu con il grande Putin. A tu per tu l’ho visto per la prima volta a Leningrado nel 1986 dove io facevo una serie di spettacoli a Leningrado prima, diciotto concerti e altri diciotto a Mosca. Lì l’ho visto, è venuto in albergo, ha salutato, ha ringraziato, l’ho ringraziato e quello è stato il primo incontro, era il capo del KGB. Poi dopo l’ho incontrato una seconda volta nel Cremlino nella notte del capodanno russo che si svolge sempre il 30 dicembre e lì l’ho conosciuto, erano presenti Putin con Yeltsin e le loro famiglie e i capi di tutte le Russie, sia religiosi che politici, li ho conosciuti quasi tutti e in quell’occasione ho cantato con l’orchestra sinfonica di Mosca. La terza volta è stata l’anno scorso in quel di Budapest, anche lì saluti e una foto di rito, se questo serve a diventare amico mi pare esagerato.
Cosa ti ha provocato essere al centro di un dibattito in cui torna il tema della censura?
Un senso di stranezza totale, siccome questa provocazione arriva dal Ministero della Cultura mi auguro che la cultura non sia di quel livello altrimenti sarebbe davvero da mettersi in allarme, scambiare uno come me per terrorista che mina la sicurezza della nazione. Ma stiamo scherzando? Le uniche ‘bombe’ che abbia mai utilizzato nella mia vita sono le note impossibili, ma bombe di pace, non di guerra.
Lei ha il polso del popolo italiano, che ne pensa della politica attuale?
Qualunque cosa un essere umano, specialmente nella mai posizione, possa esprimere sul fronte politico si apre uno, due o tre fronti di guerra. Preferisco mantenere un sano silenzio per non influenzare niente e nessuno, la verità sappiamo qual è e speriamo che questa gente cominci a capire da ieri che l’Italia ha bisogno di una presenza politica per aiutare questo Paese a crescere come stanno crescendo tutti gli altri Paesi dell’Europa. Meno litigi e spendere più energie a favore del fare e non del dire.
Prima ha definito Putin come ‘grande Putin’, è per questo che gli Ucraini si arrabbiano.
Sottolineo che è stato un grande, non mi interessa, io sono un uomo libero e dico quello che penso per averlo vissuto, non perché me l’hanno raccontato. Ricordiamo quello che è successo nella Russia post-comunista che era in ginocchio: Yeltsin prima e Putin dopo hanno risollevato le sorti della Russia e oggi è una nazione rispettatissima nel mondo.