Per quanto questo piccolo blog di provincia sia ormai defunto da tempo la tradizione delle canzoni e degli album più belli dell’anno appena trascorso non può certo mancare. Anche per questo 2023 ormai sul viale del tramonto era di importanza fondamentale mettere un attimo di ordine rispetto a tutte le uscite musicali degli ultimi mesi e fare il punto su quello che ho e abbiamo ascoltato.
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Il metodo
Come di consueto, è doveroso un piccolo appunto iniziale sul percorso che ha portato a stilare questa classifica, devo dire quest’anno più complessa del solito (causa penuria di uscite discografiche realmente di livello, a mio modesto parere). Il mio insindacabile giudizio, anche in questa occasione, si baserà su un mix di variabili: testo della canzone, portata a livello di cultura pop, produzione (aka: la base), legame (per così dire) sentimentale con il sottoscritto. Fermo restando, ovviamente, che non sono Pitchfork quindi resteranno ampiamente fuori artisti di livello di un certo panorama rock-indie-fighetto che, ahimé, non ascolto. Detto questo, cominciamo?
Stream Linea 148
Le migliori canzoni del 2023: la classifica di Ziomuro Reloaded
30. Flowers – Miley Cyrus
29. Rossofuoco – Mida
28. Creepin’- Metro boomin, The Weeknd, 21 Savage
27. Last night – Morgan Wallen
26. Tacchi a spillo – Marcella Bella
25. Ragazza sola – Annalisa
24. Paint the town red – Doja Cat
23. Un briciolo di allegria – Blanco e Mina
22. Dance the night away – Dua Lipa
21. Il bene nel male – Madame
20. Houdini – Dua Lipa
19. Furore – Paola e Chiara
18. L’addio – Coma_Cose
17. Enough is enough – Post Malone
16. Vivo – Levante
15. Cocktail d’amore – Mahmood
14. Due – Elodie
13. Monaco – Bad Bunny
12. Elle – Elodie
11. Overdrive – Post Malone
10. Padam Padam – Kylie Minogue
Dopo essere rimasta ingiustamente in sordina per anni, Kylie Minogue si è finalmente ripresa la sua rivincita. Pezzo clamorosetto spinto anche da TikTok, ha rappresentato la sua rinascita, seppur i fasti di Can’t get you out of my head siano ancora molto lontani. Una top 10 meritata.
9. Nadie Sabe – Bad Bunny
Brano di oltre 6 minuti che rasenta la poesia. Intensità ad altissimi livelli, lui in uno stato di grazia in questo disco. E in effeti no, nessuno sa cosa accadrà domani. Figuratevi io. Amore al primo ascolto.
8. Bizarrap Music Sessions, Vol. 53 – Shakira e Bizarrap
Uno dei brani più rappresentativi dell’anno, con quel finto rap acidello dedicato all’ex Piqué di cui letteralmente tutti abbiamo parlato per giorni. Nave colpita e affondata.
7. What was I made for – Billie Eilish
Pur non apprezzando io particolarmente il circo legato all’uscita di Barbie, va detto che per la seconda volta (la prima è stata con 007) Billie Eilish ha scritto un pezzo semplicemente perfetto per una colonna sonora, il cui significato non avrebbe potuto essere più azzecato. Deliziosa, Oscar (spero) garantito.
6. Italodisco – The Kolors
In molti li davano ormai per finiti, invece i The Kolors hanno tirato fuori il pezzo dell’estate con la p maiuscola, nonché uno dei tormentoni italiani migliori degli ultimi anni (che, contrariamente a tutti gli altri, certamente ci ricorderemo anche in futuro). Stupenda, davvero.
5. Due vite – Marco Mengoni
Peccato soltanto che abbia vinto il Festival di Sanremo “facile” (bonsci bonsci bo bo bon…). Al di là del trionfo scontatissimo fin dall’esordio, è un oggettivamente una vittoria meritata, nonché uno dei pezzi italiani più intensi dell’anno, di quelli che mettono d’accordo un po’ tutti. Bravo Marco, niente da dire.
4. Rush – Troye Sivan
La prima volta che ho sentito questo pezzo ho pensato “oddio, ha campionato quella famosa canzone anni ’90 là, poi me la vado a cercare”. E invece Troye Sivan non aveva campionato nessuno. Rush, che parla degli effetti del popper durante i sex party gay (lui sempre delicatissimo, devo dire) suona già come un classico. E scusate se è poco.
3. Splash – Colapesce e DiMartino
L’altro giorno, al supermercato a Milano, ho incrociato il classico dipendente di una società di consulenze vestito in giacca e cravatta con lo zainetto con il computer sulle spalle, che selezionava l’ennesima busta di insalata per la sua vita da single triste a casa. Gente che esce dal lavoro alle 20.00 di sera e non ha tempo di fare niente, che si trova affogato in questo capitalismo meneghino ancora oggi presentissimo, nonostante le lezioni che ci avrebbe dovuto insegnare la pandemia. Mi è venuta un’ansia tremenda, per il presente, per il futuro.
Eppure stiamo tutti ancora qua, ancorati a città che ti offrono monolocali devastati a 40 metri quadri a 900 euro al mese, costretti ad abbandonare affetti e famiglie a chilometri di distanza perché ci hanno insegnato che “è così che si fa”. Siamo stronzi che galleggiano, non più esseri umani, sopravvivviamo più che vivere, obbligati da un sistema che ci sta masticando per poi sputarci quando non serviamo più. Splash è questo: è il peso delle aspettative sociali, è quell’obbligo di andare in palestra anche se di restare in forma non ci interessa. Splash racconta il senso di angoscia che viviamo in queste tremende città moderne: a volte vorrremmo soltanto scomparire, forse per sempre, ma non abbiamo il coraggio di raccontarlo a nessuno.
2. Cenere – Lazza
Un secondo posto a Sanremo più che meritato per un mix, perfetto, di rap ed elettronica. Lazza è uno degli artisti più interessanti della sua generazione, e Cenere è stata la chiusura di un 2022/2023 da incorniciare. Fiero di lui, un pezzo che è una goduria.
1. Tango – Tananai
Dopo Baby Goddamn e Sesso occasionale erano in pochi, forse, ad aspettarsi da Tananai una ballad. Eppure alla fine Alberto Cotta Ramusino ha deciso di tirare fuori dal cappello un pezzo di rara intensità, con un intro e una struttura particolarissimi, il commovente racconto di una coppia separata dalla guerra in Ucraina. Inizialmente non ci abbiamo fatto caso, poi abbiamo visto il video è tutto è stato più chiaro. Quell’amore tra “le palazzine a fuoco” si è fatto più concreto e il brano, che inizialmente non ha convinto quasi nessuno, ci è entrato dritto nel cuore. Come una splendida pugnalata. Pezzo del 2023, bravissimo Alby.