Se al mondo esiste un rocker con la r maiuscola, quello è decisamente Bruce Springsteen: chi altro, d’altra parte, all’età di 65 anni suonati sarebbe in grado di riempire 3 gigantesche “venue” da concerti come San Siro a Milano (dove il suo River Tour è passato due volte) e il Circo Massimo di Roma, facendo durare il tutto 4 ore? Ve lo dico io, in pochi.
La tournée del Boss in Italia si è conclusa proprio poche ore fa con un trionfale live nella città eterna (Ziomuro Reloaded ha seguito qui la diretta) riuscito ad attirare decine di migliaia di persone e ad oscurare, com’era ovvio, il Family Day dello scorso 30 gennaio. Scherzi a parte, la gente era carica, allegra e pronta a cantare fin dalle prime ore del pomeriggio tutte le canzoni di questo tour monumentale che porta sul palco la stragrande maggioranza dei pezzi di The River, lo storico disco uscito nel 1980, e tutto il meglio della sua carriera.
Il live di Bruce Springsteen a Roma, aperto dai colleghi Counting Crows (che qualche giorno fa dovevano suonare a Milano, ma sono stati costretti a cancellare il live per il maltempo) è come le altre tappe, inaspettato: la scaletta cambia in continuazione, spesso anche sotto richiesta del pubblico, tanto è vero che si comincia con NY City Serenade e si prosegue con Badland, in un ordine completamente diverso da quello proposto a Milano.
Springsteen dà il via al concerto quando su Roma inizia a calare un magnifico tramonto ma, e di questo se ne saranno accorti tutti, impiega almeno 4 o 5 canzoni per ingranare con la voce, che all’inizio è piuttosto traballante: piano piano, l’atmosfera e le corde vocali di scaldano e il Boss inizia a dare il meglio di sé. Il primo vero boato arriva con le prime note di Hungry Hearts ma i momenti da ricordare e le sorprese non si contanto.
Bruce Springsteen che incita i suoi fan con un “daje Roma, ti amo!”, o ancora che suona per la prima volta nel tour The Ghost of Tom Joad (tratta dal disco omonimo del 1995), o che intona, fino a farla scomparire in un sussurro, la magnifica Drive all night, accompagnato dalla voce di Patty Scialfa, compagna di live e di vita. Particolarmente toccante, inoltre, l’omaggio che Bruce Springsteen ha voluto fare alle vittime delle recenti stragi in Turchia e in Francia: il pezzo scelto in questo caso è stata l’emblematica Land of hope and dreams. Ciliegina sulla torta, il live acustico di Thunder Road in acustico, che chiude il concerto in modo inaspettato dopo la carica di Shout, a conclusione dei precedenti live.
In breve, ancora una volta un concerto di più di tre ore portato avanti con il piglio di un ragazzino con un unico grosso difetto: Springsteen quest’estate infatti ci ha abituati decisamente troppo bene, e se questa fosse l’ultima volta che viene a farci visita? A Claudio Trotta l’ardua sentenza. Qui sotto trovate la scaletta completa del concerto, oltre ai video e le foto della serata.
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Scaletta Bruce Springsteen The River Tour Circo Massimo Roma 16 luglio 2016
Ny city serenade
Badlands
Summertime blues
The ties that bind
Sherry Darling
Jackson Cage
Two Hearts
Independence Day
Hungry heart
Out in the street
Boom boom boom
Detroit medley
You can look but you better not touch
death to my hometown
The ghost of tom joad
The river
Point blank
The promised land
Working on the highway
Darlington County
Bobby Jean
Tougher than the rest
Drive all night
Because the Night
The Rising
Land of hope and dreams
Jungleland
Born in the U.S.A.
Born to Run
Ramroad
Dancing in the dark
Tenth Avenue Freeze-Out
Shout
Big Thunder Road
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credits immagine di copertina: degondo