L’ultimo numero del (tristemente celebre) magazine satirico francese Charlie Hebdo ha scatenato, come di sicuro avrete già letto, migliaia e migliaia di commenti, polemiche e insulti sui social network: la copertina della rivista (da sempre il suo marchio di fabbrica) si prende gioco, in un certo senso, delle vittime del terremoto in Centro Italia dello scorso 24 agosto, con un’immagine che ironizza sulla tragedia sfruttando la pasta come principale stereotipo legato al popolo italiano.
Les Italiens choqués, et on les comprend, après ce dessin de #CharlieHebdo. Le #seisme a fait 294 victimes #Italie pic.twitter.com/qCkJLe5gxe
— François Beaudonnet (@beaudonnet) September 2, 2016
L’immagine ha scatenato in queste ore un forte dibattito riguardo alla libertà di stampa e alla libertà di espressione, ma non solo: sono ormai già tantissimi gli editoriali e i commenti sul web che in realtà puntano il dito proprio nei confronti di quelli che si si sono indignati per questa copertina dimenticandosi però di essere stati, in tempi non sospetti, degli orgogliosi Charlie. La rivista francese, resasi conto del polverone sollevato, ha deciso comunque di rincarare la dose, pubblicando su Facebook un altro post nel quale sottolinea come a costruire certe case non sia stato certo Charlie, quanto piuttosto la Mafia.
«Italiani…Non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia ! »Le dessin du jour, par Coco
Pubblicato da Charlie Hebdo su Venerdì 2 settembre 2016
La questione mi ha portato alla memoria un video, piuttosto interessante, trovato per caso qualche tempo fa su Youtube: sto parlando di una candid camera (o esperimento sociale, se preferite) durante la quale un uomo di origini arabe con indosso una maglietta con su scritto”Je ne suis pas Charlie” cerca, con l’aiuto di un complice, di verificare le reazioni delle persone di fronte alla sua “provocazione”. Il risultato finale? Alla fine sono in pochi ad attaccarlo: gli stessi parigini sono i primi a difendere la sua libertà di espressione, sottolineando come, in molti casi, il modo di lavorare di Charlie Hebdo sia stato in effetti poco rispettoso e facilmente criticabile.
Qui sotto trovate il video (girato, per un’incredibile coincidenza, il 13 novembre scorso) riguardo al quale lascio a voi qualunque commento vario ed eventuale.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=6vTG1gkDx0Q]