Partiamo dal presupposto che Woman, il terzo disco dei Justice, è un album dopo tutto piacevole e leggero che si lascia ascoltare e che non richiede, se analizzato in modo superficiale, chissà quali elucubrazioni.
Non ho in effetti molto altro da dire, se non che il duo di dj francesi ha dato vita ad un progetto piuttosto semplice (sono solo 10 le canzoni presenti) che proseguono la linea già intrapresa con il precedente Audio, Video Disco senza particolari guizzi creativi: l’elettronica è rimasta, ma è circondata da un velo di funky un po’ wannabe con ampio utilizzo di archi e organi anni ’70 che impedisce a molti dei pezzi di spiccare sul serio.
Questo è il caso del singolo di lancio Safe and Sound, ma anche di Pelature Randy e della conclusiva Close Call e di Stop; qualcosina, poca roba, dei Justice precedenti e più dark è pure rimasto (Alakazam !, Heavy Metal) mentre l’unico vero tentativo di sconvolgere l’ascoltatore, sempre sia ancora possibile farlo, è quello di Chorus, dove si percepisce qua e là una vaga intenzione di rifarsi al sound più deciso dei colleghi Boys Noize.
Sì, Woman dopo tutto non è male, ma non è quello che ci saremmo aspettati dal duo electro francese, soprattutto dopo così tanti anni (5, in totale) di attesa: i Justice hanno fatto il compitino, ispirandosi a quella fintissima moda retrò iniziata (mannaggia a loro) con Random Access Memories dei Daft Punk.
Tracklist
01. Safe and Sound – (05:45)
02. Pleasure – (04:15)
03. Alakazam ! – (05:11)
04. Fire – (05:34)
05. Stop – (04:57)
06. Chorus – (07:09)
07. Randy – (06:38)
08. Heavy Metal – (04:30)
09. Love S.O.S – (05:03)
10. Close Call – (05:08)