Riflettevo sulla morte di B.B. King, leggenda della storia della musica, e su come prendiamo le scomparse degli artisti, siano essi musicisti, attori, sportivi eccetera: penso sempre che, fra i milioni di post su Facebook e le migliaia di articoli di giornali vari ed eventuali (che calcano l’onda per solo attirare contatti con post del tipo -le dieci canzoni più belle etc) spesso ci dimentichiamo che è morta una persona. Un essere umano in meno sul pianeta.
Ci dimentichiamo, troppo spesso, che in un altra parte del mondo, vicina o lontana, c’è qualcuno che soffre la scomparsa di una persona amata, di un amico, di un collega che si conosceva da anni. E in quel momento, le persone smettono di essere colleghi, manager, portavoci e tornano ad essere persone.
B.B. King è morto si, ci sono anche altre persone che sono morte dentro. E che se ne sbattono del vostro cordoglio sui social network. Motivo per cui, questo post non sarà condiviso dal sottoscritto in nessuno spazio online al di fuori di questo, per cui chi avrà voglia di leggerlo lo leggerà senza che io debba utilizzare stupidi hashtag.