Non importa quanto vi possano piacere i vostri professori, o quanto vi possa piacere la vostra materia preferita, o quanto vi piacciano i vostri compagni: la vita vera, ragazzi, inizia dopo la fine della maturità.
Lo scoprirete quando non avrete più compiti a casa da fare, e perderete l’ansia del professore che vi può chiamare da un momento all’altro: avrete tutta la libertà di non partecipare a lezione, di fare tardi, di saltare le lezioni, di sbronzarvi e di dormire come se non ci fosse un domani. Non sarete più legati a materie che odiate, al massimo dovrete affrontare un esame più difficile di un altro di un corso che, si spera, avrete scelto interamente voi.
Nessuno vi potrà giudicare e, ancor meglio, nessuno vi conoscerà. Vi potrete fare i cazzi vostri, perché sarete molto proabilmente in un’altra città, in un altro contesto, con persone diverse, senza bulletti e zoccole di periferia, nessuno saprà con chi uscite fintanto che non darete voi alla gente il diritto di entrare nelle vostre vite.
Ci sarà l’Erasmus, che vi porterà ancora più lontano, con il corpo e con la testa. Ci sarà il giorno della laurea, una tappa cruciale che vi sarete costruiti in maniera indipendente e il cui risultato non dipenderà da una prova random scelta da una serie di sconosciuti tecnocrati che del vostro piano di studi se ne sbattono pienamente le balle. Non ci saranno variabili e, nel caso in cui ce ne fossero, sarete stati voi e soltanto voi a sceglierle fin dall’inizio del vostro percorso.
Resistete ragazzi, manca ancora poco. L’uscita dall’aula dove terrete l’esame orale, quando le scuole superiori saranno ufficialmente finite e i paletti saranno caduti, sarà il momento più bello della vostra vita. Anche se forse, lì per lì, non ve ne accorgerete neanche.
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