David Bowie è morto, ormai lo sappiamo tutti, fin troppo bene direi. Ziggy Stardust, uno degli ultimi grandi miti della storia della musica mondiale, si è spento a 69 anni dopo una lunga lotta contro il cancro, tenuta incredibilmente nascosta ai media che, fino alla fine, sono rimasti all’oscuro di tutto, anche dopo la pubblicazione del video di Lazaurs che aveva tutte le sembianze di un vero e proprio testamento artistico.
Come c’era da aspettarsi, tutte le principali testate giornalistiche online, sfortunatamente, hanno da subito iniziato una guerra alla visualizzazione e alla condivisione facile, cercando di ritagliarsi quanto più possibile un triste spazio sui social network dei fan dell’artista grazie non solo ai più classici editoriali ma anche tramite una serie di titoli ai limiti dell’imbarazzante, sfruttando la scomparsa di Bowie come raramente avevamo visto nei casi di altre “morti eccellenti”.
La cosa che fa piuttosto impressione è che testate eccellenti e già molto conosciute nel mondo della musica (non faccio nomi perché tanto sapete di chi sto parlando) si sono lasciate andare ad un giochetto sinceramente ben poco rispettoso nei confronti di un defunto (non posso dire che si sta rivoltando nella tomba semplicemente perché è stato cremato) che si è visto spuntare dall’aldilà, come funghi, pezzi del calibro di –i 10 libri preferiti di David Bowie– o ancora -l’ex moglie di David Bowie è al Grande Fratello, ma ha deciso di restare- oppure ancora –parla il cugino del fratello del cognato di Bowie, intervista shock– e così di seguito, verso un baratro di pochezza giornalistica veramente vergognoso. Fa piacere, in ogni caso, che soprattutto su Facebook siano spuntate anche tante altre persone che, nei commenti degli articoli pubblicati, si sono scagliate contro questo o quell’altro giornale, sottolineando quanto tutto ciò sia irrispettoso e spesso, purtroppo, ricevendo persino risposte stizzite da parte dei diretti responsabili.
Tengo a sottolineare che questo blog attualmente non è per me fonte di alcun guadagno, per cui nonostante anche io stia parlando di Bowie (e mi sia concesso solo di commentare un mash-up a lui dedicato che, come immaginavo, non si è inculato nessuno) non mi sento sinceramente in colpa ma anzi vorrei cogliere l’occasione per sapere, se mai qualcuno di voi leggesse questo articolo fino in fondo, cosa ne pensate dei pezzi di cui vi parlo qui sopra e se avete avuto anche voi le mie stesse impressioni.
Chi lo sa se esiste, da qualche parte, un giornalista che non sia stato obbligato a scrivere qualcosa su Bowie solo perché avrebbe portato contatti, come nel caso di quella vergognosa recensione di Blackstar pubblicata da un sito che, di norma, si occupa soltanto di principesse del pop e personaggi di dubbio gusto dell’R&b internazionale. Lasciamolo stare il povero David Bowie, ragazzi, questo è un invito che faccio anche a me stesso.
Z.