La limonata di cui Beyoncé parla nel titolo del suo sesto album da solista, uscito a sorpresa nella notte fra il 23 e il 24 Beypril, fa riferimento a tutto tranne che a lingue intrecciate e corpi che si cercano furiosamente: l’artista statunitense ha infatti tirato fuori dal cappello un album diretto come mai prima d’ora, oserei direi inequivocabile, che parla prima di tutto di negro female empowerment (pienamente espresso nel primo singolo Formation) e di pene d’amore tanto strazianti da farle venire voglia di spaccare tutto con una mazza da baseball, proprio come succede nel video ufficiale di Hold Up.
LEMONADE, questo il titolo del progetto, è probabilmente il classico album che ami o odi, senza mezzi termini, un disco gangsta ma non troppo, che scava nei meandri di un soul a tratti straziante e straziato originato dalle sofferenze nei campi di cotone del sud degli Stati Uniti (ascoltate Freedom, in collaborazione con Kendric Lamar, e la sua voglia di spezzare le catene) ma anche nella malinconia di fondo delle parate di New Orleans che suona nell’intro di Daddy Lessons, un brano dal sound un po’ country dedicata ad un saggio padre che non c’è più (chissà quante grattate si è dato Matthew Knowles, noto padre-padrone che ha oscurato la carriera delle altre due Destiny’s Child in favore della figlia).
Beyoncé dà il meglio di sé, ed è piuttosto scontato, quando racconta in maniera neanche troppo velata dei tradimenti del marito Jay-Z (in Sorry la randellata di mazzate da parte di Solange in ascensore trova un senso con la frase “he better call Becky with the good hair”) e di quanto la cosa la faccia incazzare: dal suo carattere fumantino nascono pezzi meravigliosi come Don’t Hurt Yourself in collaborazione con l’amore mio Jack White (“you’re not married to an average bitch”, impossibile non accennare l’headbang sulle schitarrate distorte à la White Stripes) ma anche altrettanto validi, e più posati, pezzi come Love Drought (quell’amore che ti prosciuga) o ancora la ballad Sandcastles, dove in più punti l’artista gioca il ruolo della donna sull’orlo di una crisi di nervi, tanto che ad un certo punto canto e lacrime sembrano fondersi. Ciliegina sulla torta in questo senso è Forward, canzone magnifica in collaborazione con James Blake, che svanisce in una dissolvenza inquietante dopo neanche due minuti.
Ogni volta che esce un disco di questo tipo si è portati, quasi automaticamente, a fare l’hipsterata e farsi fighi utilizzando il termine di concept album, quando magari non c’entra nulla: in realtà stavolta Beyoncé ha in effetti dato vita ad un progetto coerente e immediato, un disco che sprizza emancipazione da ogni singolo poro, eco, beat e synth. LEMONADE non è forse un capolavoro ma è un disco molto, molto bello, che mescola dolcezza ed amarezza come la migliore limonata in circolazione.
Tracklist
1 Pray you catch me
2 Hold up
3 Don’t hurt yourself feat. Jack White
4 Sorry
5 6 inch feat. The Weeknd
6 Daddy Lessons
7 Love Drought
8 Sandcastles
9 Forward feat. James Blake
10 Freedom feat. Kendric Lamar
11 All night
12 Formation