Lunedì scorso si è finalmente concluso uno dei talent show più brutti della televisione italian: sì, sto ovviamente parlando di The Voice of Italy, trasmissione che da ben 4 edizioni (decisamente troppe) appesta il palinsesto di Rai Due con decine di scarti da talent show vari ed eventuali creando false speranze a ragazzi che da lì a pochi mesi torneranno a vivere nell’oblio più totale. Di quanto Fabio Curto, Suor Cristina e Elhaida Dani siano completamente spariti dalla circolazione dopo un solo primo singolo/album totalmente fallimentare se ne sono dette forse anche troppo.
Quest’oggi, invece, ho deciso di fare un piccolo sforzo in più e, oltre a distruggere una trasmissione ben poco interessante da un punto di vista discografico, ho pensato che sarebbe stata un’idea carina ascoltare gli inediti portati in gara dai 4 finalisti della trasmissione (parentesi: ha vinto Alice Paba) e farne una breve recensione. Così, a caldo. Ecco tutte le mie prime impressioni su questi 4 pezzi
Charles Kablan – “Un cuore solo” – #TeamKilla – The Voice of Italy –
Nei talent italiani è ormai possibile pensare che un artista di colore possa fare, che ne so, del rock: in un talent senza talenti lo stereotipo non poteva che essere portato avanti, di conseguenza Charles Kablan doveva finire nel team del rapper (Emis Killa) e portare in gara un pezzo misto fra Halo di Beyoncé e Io e te la soluzione di Alessio Bernabei, che da quest’ultima ha preso parecchia ispirazione. Nonostante tutto, però, il pezzo si lascia ascoltare, anche se non gli concederei un secondo ascolto.
Tanya Borgese – “7 vite” – #TeamCarrà – The Voice of Italy –
Tanya Borgese, team Carrà, ha portato in gara il pezzo 7 vite, una canzone abbastanza scatenata cantata malissimo (potete recuperare il video qui sopra) che fra l’altro dura pochissimo: una canzone totalmente priva di personalità, anche perché uguale a decine di altre canzoni di Zucchero e a Vorrei la pelle nera di Nino Ferrer. Terribile e tremendamente cheap.
Elya Zambolin – “Evelyn” – #TeamPezzali – The Voice of Italy –
Evelyn di Elya Zambolin (un altro che l’intonazione l’ha un po’ lasciata a casa) è la definizione stessa del termine Wannabe: poiché p il più belloccio fra i finalisti, la produzione ha deciso di assegnarli una canzone finto dance estremamente dozzinale. Il pezzo suona in tutto e per tutto come uno scarto di qualche altro cantante italiano, magari teen, per il quale la casa discografica aveva creato un pezzo danzereccio che fa figo ma che alla fine, appunto, è stato lasciato fuori dalla tracklist definitiva dell’album. In questo caso ho provato anche un po’ di pena, ma lo dico sul serio (e senza cattiveria) per il povero Zambolin.
Alice Paba – “Parlerò d’amore” – #TeamDolcenera – The Voice of Italy –
Alice Paba, passata anche per Amici, ha fatto quello che tutti i coach possibili e immaginabili del mondo pregano i propri artisti di evitare come la peste: l’imitazione. Non c’è da stupirsi, visto che stiamo parlando di un programma osceno come The Voice: l’artista vincitrice della quarta edizione dal talent è infatti diventata una copia vocale della sua stessa coach Dolcenera, dalla quale ha copiato uno stile di cantato un po’ “strascicato”. Detto ciò, la canzone fra i quattro inediti presentati in finale è la meno peggio: certo, è un pezzo che riprende in maniera piuttosto spudorata lo stile un po’ neo swing di Nina Zilli, però si lascia pur sempre ascoltare. Diciamo che se me la becco in radio non cambio stazione, sempre che questo sia l’obiettivo artistico e commerciale al quale il trionfatore di un talent potrebbe mai aspirare.
Secondo voi qual è la canzone più bella e la più brutta fra gli inediti presentati a The Voice of Italy 4?