Fin da quando ci bazzicavano Tony Maiello e Ilaria Porceddu, X Factor è sempre stato il mio programma televisivo preferito. Anzi, ad essere ancora più precisi è ormai l’unico programma che guardo in televisione, se escludiamo un paio di trasmissioni trash utili soltanto a sparare tonnellate di cazzate su Twitter. Anno dopo anno, la trasmissione si è sviluppata apportando cambiamenti dopo tutto minimi, che ne hanno mantenuto intatto il senso: trovare una nuova (e soprattutto originale) star della musica italiana. Immagino, a questo proposito, che la decima edizione del talent show non mi farà cambiare idea e anzi mi piacerà ancora di più rispetto al solito.
Manuel Agnelli degli Afterhours, Arisa, Fedez e Álvaro Soler (rigorosamente con l’accento acuto sulla a) saranno i 4 giudici di questa edizione e, come penso, daranno al programma quella marcia in più che è sempre mancata negli anni passati, parlo però in questo caso di musica, non certo del lato spettacolo di cui non mi intendo per nulla: se in questo senso una Simona Ventura pare sempre essere insostituibile, non lo stesso possiamo dire delle sue scelte artistiche, spesso derivanti da mere considerazioni “da classifica”; discorso simile si può fare per Anna Tatangelo, che con il suo disperato e melenso bisogno di emozioni aveva finito per appiattire diversi suoi concorrenti. Non parliamo poi di uno come Elio, che di recente aveva mandato la sua partecipazione in vacca, portando avanti i suoi artisti nella competizione per pura e semplice inerzia.
Questa volta, invece, c’è un po’ la sensazione che ci potremmo trovare di fronte all’X Factor meno commerciale di sempre, il che a mio avviso è un bene perché se a voci già di per sé valide (raramente ho avuto di che lamentarmi, contrariamente ai vergognosi Amici o The Voice) aggiungiamo anche un pizzico di originalità in più potremmo ottenere un risultato davvero esplosivo: pensiamo per esempio ad un’Arisa che assegna Goldfrapp (ricordate Strict Machine di Antonella Lo Coco?), ad un Fedez che fa cantare Santigold e ad un fuoriclasse come Manuel Agnelli che prenderà l’ingombrante eredità alternative di Morgan, liberata però dalla spocchia e da vari ed eventuali deliri di onnipotenza. Il lato pop dovrebbe essere (il condizionale è d’obbligo) prerogativa del buon Soler che, contrariamente all’acidissimo Mika, finalmente levatosi dai coglioni, è molto probabile rappresenterà la vera sorpresa di questa edizione: chi come il sottoscritto ha avuto il piacere di incontrarlo si è sicuramente reso conto che, per quanto sia il re mida dei tormentoni stupidini, è un ragazzo molto intelligente, sveglio e posato.
Le quattro categorie assegnate quest’anno, come rivelato da Tvblog in anteprima, sono fra le altre cose decisamente inaspettate: Agnelli non gestirà le band (responsabilità di Soler) ma gli over, mentre ad Arisa e Fedez sono andati rispettivamente Under Uomini e Under Donne. Il fatto che nessuno dei giudici abbia nelle proprie mani un genere che (solo in apparenza) lo compete renderà senza dubbio le assegnazioni e le relative performance ancora più intriganti. Se fino a questo punto, insomma, mi era capitato di indovinare quali canzoni i concorrenti avrebbero eseguito, non lo stesso potrò dire quando si entrerà nel vivo di questa edizione del talent. Difficile, ad esempio, pensare che Álvaro possa scegliere una Duele El Corazón di turno, cosa che invece ci saremmo benissimo potuti aspettare da qualunque altro altro giudice a caso.
Stupisce, in effetti, che in molti abbiano criticato la scelta dei componenti della giuria da parte della produzione: ad essere sinceri, mi è un po’ sembrato che nella maggior parte dei casi (e dei tweet!) si trattasse di gente che di musica non ne capisce fondamentalmente una beneamata fava. Certo, siamo di fronte ad un grosso cambiamento per X Factor, una di quelle sfide che o la va lo spacca, io però sono dell’opinione che le premesse per la migliore edizione di sempre ci siano davvero tutte. Se sto dicendo cazzate vi do il permesso di venire ad insultarmi.