Si è da poco conclusa a Rio de Janeiro la sfida Olimpica per l’assegnazione della medaglia d’oro nel tiro a segno double tra l’italiano Marco Innocenti e il kuwaitiano Fehayd Aldeehani, purtroppo per noi andato a favore del secondo che ha portato avanti una sfida quasi impeccabile.
Una volta terminato il match, contrariamente a quanto succede di solito, l’attesa per la consegna delle medaglie sul podio si è fatta attendere per più di un quarto d’ora, facendo intuire quello che stesse succedendo nel dietro le quinte (come poi effettivamente è stato, a quanto sembra): Aldeehani è infatti proveniente da un paese, il Kuwait appunto, che lo scorso ottobre è stato sospeso dal Comitato Olimpico a causa di un’inaccetabile e indebita ingerenza da parte del suo governo”, una scelta che ha portato lo sportivo mediorientale a gareggiare, insieme a pochi altri, in qualità di atleta “indipendente”.
Una volta salito sul podio per ritirare il suo meritato oro, Aldeehani si è improvvisamente incupito: in sottofondo infatti non è partito l’inno ufficiale del suo paese ma, appunto, quello del Comitato Olimpico Internazionale. Una vittoria a metà? Forse sì, anche se secondo i commentatori la medaglia avrebbe potuto essere stata levata dalle mani di Aldeehani se quest’ultimo si fosse rifiutato di non poter ascoltare l’inno del suo paese.