Venerdì sera. Siete appena tornati, esausti, dall’ultima distruttiva giornata di lavoro prima dell’inizio del weekend. È arrivato il momento di stravaccarvi sul divano, mettere a scaldare l’acqua per la pasta (o il thé, se preferite) e stare in ascolto per circa un quarto d’ora. Ho una storia, anzi quattro storie, da raccontarvi.
– Resosi conto di non avere più i soldi per stampare curriculum che sarebbero di certo finiti in un cestino, il giovane spagnolo Enzo Vizcaíno decide di salire su un vagone della metropolitana di Madrid, all’ora di punta, cantando la sua esperienza lavorativa in rima accompagnato dal suono del suo fedele ukulele. Enzo ha trovato lavoro qualche tempo dopo la sua esibizione, contattato dalla trasmissione Así nos va, che aveva bisogno di integrare il proprio team di autori e sceneggiatori (http://bit.ly/1gmU3G3).
– Robby Leonardi è un designer newyorkese appassionato di videogiochi che decide di dimostrare ai suoi potenziali datori di lavoro le sue competenze con un cv interattivo: per giungere al form contatti, che corrisponde al Game Over, è necessario superare voraci piante carnivore, mostri, piraña, all’interno di un geniale gioco in 8 Bit in puro stile Super Mario (http://bit.ly/1bkO80N).
– Lukas Yla è un ragazzo lituano di 25 anni che, desideroso di lavorare nella Silicon Valley, decide di sfidare la concorrenza statunitense presentandosi nelle aziende di suo interesse vestito da fattorino e consegnando una scatola di donuts all’interno della quale inserisce una breve lettera di presentazione, il link al suo cv e un messaggio che recita “la maggior parte dei curricola finisce nel cestino. Il mio, nelle vostre pance”. Yla riesce così ad ottenere 10 colloqui in un solo mese (http://bit.ly/2dIaP8M).
Dallo scorso aprile avrò inviato come minimo un centinaio di curricola. Sono riuscito ad ottenere soltanto due colloqui, non ho passato nessuno dei due (ma non è un problema) e soltanto in un caso ho ricevuto una risposta. Nel secondo caso mi ero persino premurato di farmi ricontattare, comunque fosse andata: l’azienda, dopo avere annuito convinta alla mia richiesta, non si è più fatta sentire. Per il resto, il silenzio più totale.
Milano è una città piena di porte, ma mi sembra di capire che manchino le chiavi. Quello che mi ha sconvolto e frustrato più di tutti è stato senza dubbio il fatto che fra le decine e decine di file inviati ce n’erano circa una dozzina che sono stati trasmessi tramite un contatto diretto che io stesso avevo all’interno dell’azienda. Il tasso di risposta? Pari a zero. Incredibile ma vero, manco la conferma di lettura, per posizioni aperte e coerenti con il mio profilo, fra le altre cose.
Ad un certo punto, l’illuminazione: se è vero che quegli indirizzi di posta info@azienda.it sono effettivamente dei pozzi senza fondo, allora tanto vale cagarci dentro. Per questo motivo, da adesso in poi, il mio obsoleto e inutile cv in pdf verrà cestinato (è una promessa) per lasciare spazio a questo video. Chi avrà interesse a guardarlo troverà al suo interno tutto quello di cui ha bisogno per assumermi: la mia apparenza, il mio modo di parlare, la mia capacità di fare comunicazione, la mia creatività, i miei contatti. Quelli invece che manco apriranno la casella mail si ritroveranno inconsapevolmente nella loro posta in arrivo un troll, una dedica accorata ad una vergognosa mancanza di professionalità tutta italiana.
Fra poco meno di una settimana torniamo a fare i commessi a Disneyland Paris, ma chi lo sa, magari al mio ritorno le acque avranno finalmente iniziato a muoversi nella direzione giusta. Io stavolta mi sono messo in gioco sul serio, voi potete dire lo stesso?
Signori e signore questo è il mio cv. Anzi, no, #questononèuncv .
Buona visione.
Z.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=l-E4b53VPTc&w=560&h=315]