Ve ne avevo parlato pochissime ore prima dell’inizio del concerto in questione: gli Eagles of Death Metal non sono più graditi al teatro Bataclan, secondo quanto dichiarato dal direttore del teatro parigino, Jules Frutos, nel corso di in una recente intervista a France Info.
La ragione è da ritrovarsi nel fatto che Hughes, a poche ore dagli attentati del 13 novembre, avrebbe sostenuto che all’interno del teatro Bataclan fossero presenti, probabilmente anche durante il concerto, dei dipendenti di origine araba collusi con i terroristi dell’ISIS. Alcuni, soprattutto fra gli haterz, hanno ricollegato la vicenda, in maniera forse un po’ pretestuosa, anche al suo appoggio al neo eletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump, di cui conosciamo bene le idee politiche.
Da qui ad impedire a Hughes di assistere al concerto di Sting, il primo della nuova stagione del teatro parigino, ce ne vuole: il cantante americano si era infatti presentato al Bataclan come un “normale” membro del pubblico (com’è giusto che sia, lasciatemelo dire) ma è stato incredibilmente respinto alle porte dalla sicurezza, evidentemente istruite a dovere per impedirgli di entrare. Per il momento, la band non ha ancora fatto alcuna dichiarazione a riguardo, attendiamo reazioni piccate.
Che vergogna, lasciatemelo dire. E c’è ancora gente che si riempire la bocca con liberté, égalité, fraternité.
Jesse Hughes m'a dit qu'il ne comptait pas entrer, "trop dur". Il est resté 5 minutes dehors, deux trois photos et une itw #Bataclan
— Paul Aveline (@PaulAveline) November 12, 2016
Refuser l’entrée du @le_bataclan au chanteur des Eagles of death metal, Jesse Hughes, c'est super élégant. Il en dit quoi @OfficialSting ?
— Anna Guèye (@annagueye) November 12, 2016