Ieri sera, ad un anno esatto di distanza dal massacro compiuto dall’ISIS, il teatro Bataclan ha finalmente riaperto i battenti: ad avere l’onore di salire per primo su un palco ancora macchiato di sangue, almeno metaforicamente, è stato il britannico Sting, fresco di pubblicazione del suo nuovo album 75th & 9th (cliccate qui per il report del suo concerto).
Nonostante il live fosse un’occasione per divertirsi e ricominciare, sulla serata aleggia un alone di mistero riguardante un presunto scandalo riguardante Jesse Hughes e gli Eagles of Death Metal, che secondo quanto vi avevo già riportato qui, non sono più i benvenuti al Bataclan: lo scorso novembre, subito dopo l’attacco, Hughes aveva infatti condannato la direzione del locale, reo di avere al suo interno dei collaboratori dell’ISIS di origine araba.
Le dichiarazioni di Hughes hanno fatto infuriare il direttore del teatro, Jules Frutos, che secondo le news circolate ieri sera su Twitter avrebbe impedito a Jesse Hughes ed un suo collega di entrare nel teatro, anche soltanto in qualità di ospiti fra il pubblico del live di Sting.
Secondo quanto riportato inizialmente, gli Eagles of death Metal e compagni si sarebbero sfogati poco dopo con Billboard, accusato Frutos e il Bataclan di codardia. La verità è che Hughes e compagni non avrebbero nemmeno cercato di entrare nel teatro e sarebbero semplicemente rimasti fuori dalla sala di concerti per firmare autografi e ricordare, a modo loro, le vittime dei tragici eventi dello scorso anno. Ecco le parole del manager della band Marc Pollack circolate in rete:
Questo giorno non è dedicato a Jesse Hughes o gli Eagles of death Metal. Ad essere precisi, Jesse si trova a Parigi per ricordare i tragici eventi di un anno fa con i suoi amici, la sua famiglia e con i fan. Stiamo parlando di un momento in cui è necessario ricordare la tragica perdita di vite umane avvenuta di fronte ai loro occhi durante lo spettacolo e questo codardo, Jules Frutos, sente il bisogno di fare pubblicità alla riapertura del suo locale dando notizie false alla stampa e buttando via una splendida opportunità per condividere pace e amore. In questo modo, non fa nient’altro che diffondere parole velenose e odio. Jesse non ha mai neanche provato ad entrare nel locale per vedere il concerto di Sting.
Che ne pensate di questa vicenda?