Il mondo della televisione e della radio piangono la scomparsa di Gianni Boncompagni, celeberrimo regista, autore televisivo e speaker radiofonico spentosi a Roma il giorno di Pasqua (16 aprile) all’età di 84 anni.
La notizia confermata dalle figlie Claudia, Paola e Barbara (dopo una lunga vita fortunata, circondato dalla famiglia e dagli amici se n’è andato papà, uomo dai molti talenti e padre indimenticabile) lascia un vuoto enorme nel mondo dello spettacolo italiano, che ha visto Boncompagni lavorare a decine di programmi televisivi e trasmissioni radiofoniche.
Boncompagni, divenuto celebre soprattutto per aver lavorato a trasmissioni del calibro di Pronto Raffaella?, Macao, Domenica In e Non è la Rai è stato anche e soprattutto un grande appassionato di musica: è proprio dalla radio, infatti, che ha avuto inizio la sua straordinaria carriera.
Nel 1964, Gianni Boncompagni vinse il concorso RAI per programmatore di musica leggera: l’esperienza gli permise di fondare insieme a Renzo Arbore le trasmissioni Alto Gradimento e Bandiera Gialla con i quali rivoluzionò per sempre il linguaggio radiofonico in Italia. Insieme, i due furono fra i primi promotori della cultura beat in Italia e modificarono le regole dell’ intrattenimento, basandosi sul non-sense, sulla creazione di tormentoni, sull’improvvisazione e l’imprevedibilità.
Nel 1965, Boncompagni tentò di diventare cantante, collaborando per RCA e prestando la voce alla sigla della Guapa. Lo stesso anno, il regista scrisse il brano Il mondo per Jimmy Fontana e l’anno successivo firmò il testo di Ragazzo Triste di Patty Pravo; dalla sua penna usicirono inoltre tantissime delle canzoni di Raffaella Carrà (sua compagna per diversi anni) fra cui “Tuca tuca”, “Tanti auguri”, “Rosso” e “Amico”.
L’ultima esperienza musicale di Gianni Boncompagni corrisponde in realtà al suo arrivo in televisione: nel 1977, infatti, il produttore condusse il programma musicale Discoring
È morto Gianni Boncompagni: ecco la sua carriera nel mondo della musica
previous post