SEGUI LA PAGINA FACEBOOK UFFICIALE DI ZIOMURO RELOADED!
SEGUI ZIOMURO SU TWITTER E INSTAGRAM
Sparare sulla croce rossa è fin troppo facile. Lo ben sanno certi critici musicali, o presunti tali, che di recente si sono messi a puntare gli artisti più commerciali in circolazione per creare hype sul proprio personaggio e per massimizzare il tasso di condivisoni degli articoli da parte degli indignados fan dei Pink Floyd sui social.
Fra gli artisti più presi di mira negli ultimi tempi (e come minimo dai tempi del loro trionfo sanremese con Grande Amore) ci sono i tre ragazzi de Il Volo. Ignazio Boschetto, Piero Barone, Gianluca Ginoble, tre giovani artisti con un gargarozzo tale che ti spettinerebbero pure con un rutto, sono vittime da anni di un accanimento sinceramente triste, anche perché immeritato.
Ma di cosa è accusato Il Volo, esattamente? Di essere vecchio, troppo classico, trash nel suo essere magniloquente? Eppure, passato il Festival di Sanremo 2015, tutti a tifare per loro all’Eurovision. Un gioco da ragazzi, davvero, salire sul carro dei vincitori prendendo la rincorsa. Un gioco da ragazzi.
Ciò che appare ancor più ridicolo, alla luce delle scene pietose che la sala stampa dei prilivegiati dell’Ariston ci ha regalato, è lo snobismo nei confronti di tre giovani artisti che, al netto dei gusti personali, a Sanremo hanno fatto (almeno) un piccolo capolavoro. Anche se in questo caso, lo ammetto, sta parlando “di pancia”.
Questo è il video in cui alcuni giornalisti nella sala stampa di #Sanremo2019 esultano al terzo posto de @ilvolo gridando felici: “Merde”. Io vi prenderei a calci in culo fino alla fine del mondo: idioti, coglioni e buffoni. pic.twitter.com/7C588AzUfF
— Francesco Facchinetti (@frafacchinetti) February 10, 2019
Ho avuto il piacere di conoscere i ragazzi del Volo in conferenza stampa. Tutti e tre carini, educati e disponibili. Gianluca, quello che di norma viene preso dai media come “il piacione”, o ancora “quello dell’occhiolino” mi ha stretto la mano di sua sponte, senza che io gli avessi chiesto nulla.
Musica che resta, il loro singolo presentato a Sanremo 2019, è nello stesso identico stile di Grande Amore, è un pezzo in crescendo con un finale, diciamo, epico. Può non piacere, per carità, ci mancherebbe, ma è una canzone che a suo modo ti conquista, che funziona. È quello che rappresenta Il Volo ad oggi, e non c’è nulla di male. Ma penso valga la pena di spezzare un’ulteriore lancia in favore de Il Volo, perché trovo che alla serata dei duetti i ragazzi abbiano davvero tirato fuori un piccolo gioiello.
La scelta del collega da portare sul palco, da parte de Il Volo, non avrebbe potuto essere più azzeccata. Alessandro Quarta, questo il nome del violinista ospite dell’Ariston, è quanto di più distante dall’immagine del musicista classico ci si potrebbe aspettare. La sua apparenza è rude, violenta, così come è inaudita la sua forza interpretativa e la sua capacità tecnica allo strumento su cui ha costruito una carriera.
Alla serata dei duetti, come potete vedere qui sotto, Il Volo non ha soltanto presentato un’esibizione ma ha rimesso in gioco un’immagine. Dallo stereotipo del crooner italiano, impettito nel suo rigido tuxedo, alla popstar che appare sul palco con abiti moderni e un occhio di bue intermittente, come un battito di cuore, dall’effetto drammatico. Immagini molto simili, giusto per fare un esempio, le abbiamo viste nel recente Reputation World Tour di Taylor Swift.
Davvero interessante, fra l’altro, notare che chi ha avuto la capacità di livellare questa enorme e immotivata montagna di merda sono stati gli stessi ragazzi de Il Volo, che con un comunicato tanto semplice quanto onesto hanno sottolineato quanto le accuse e gli insulti ricevuti siano semplicemente irrispettosi, anche perché provenienti, per la gran parte, da persone molto più grandi di loro.
Individui, questi ultimi, che continueranno a parlare male di questi bravi ragazzi, fintanto che non arriverà il momento di leccare loro il culo in occasione del prossimo Eurovision. Spesato e rimborsato, beninteso.