Torna anche quest’anno l’immancabile appuntamento su questo piccolo blog ormai alla frutta con la lista delle canzoni che più hanno segnato gli ultimi 12 mesi, secondo l’insindacabile opinione del sottoscritto. Un’opinione che, com’è noto, arriva da un appassionato di musica che non ha le competenze tecniche di Pitchfork, e che di conseguenza si è skippato molto probabilmente tutti i più grandi pezzi rock e alternativi in cima alle classifiche “di quelli che ne capiscono”.
La mia top 10, come ogni anno, nasce quindi dal solito mix di criteri: profondità del testo, produzione, immediatezza, carico emotivo, numero di ascolti accumulati e in generale peso sulla cultura pop contemporaea. Come sempre, sarà una classifica molto commerciale, perché fondamentalmente io questa musica ascolto (e questa ho il tempo materiale di ascoltare!). Qui sotto, dunque, potete recuperare tutte le canzoni migliori del 2023 secondo il sottoscritto.
Le 10 canzoni migliori del 2022: la classifica di Ziomuro Reloaded
10 L’enfer – Stromae
Chi non ha mai pensato al suicidio, almeno una volta? Stromae l’ha ammesso, apertamente, in una canzone clamorosa gioiellino del suo ultimo disco Multitude, all’interno del quale ha voluto raccontare gioie e soprattutto dolori dell’essere umano, in tutte le sue sfaccettature. Un pezzo che vale una carriera.
9. Heated – Beyoncé
Il primo di tre (!) pezzi che Beyoncé, mia artista preferita, è riuscita a piazzare in questa personale top 10. Pezzo straordinario, con una produzione clamorosa che racchiude in sé gran parte del significato e del sound più puro di Renaissance.
8. As it was – Harry Styles
Al netto delle decine di reel Instagram e TikTok di sedicenti travel vlogger che per un anno ci hanno raccontato che fra le 5 cose da vedere a Roma c’è la Fontana di Trevi, Harry Styles non avrebbe potuto estrarre dal suo terzo disco Harry’s House un pezzo più azzeccato. As it was, con il suo sound da pezzo rock anni ’80 (anche qui, per maggiori dettagli tecnici sentite i colleghi che ne sanno) è senza ombra di dubbio uno dei pezzi che hanno definito il 2022.
7. Glimpse of us – Joji
LA ballad del 2022. Punto.
6. Baby Goddamn – Tananai
Quanto mi fa incazz*re quando un pezzo uscito l’anno prima entra in una classifica dell’anno dopo. Detto ciò, Tananai è un figo e questa canzone ha una produzione e un testo clamorosi. Che bello quando gli sforzi e il talento vengono ripagati. Succederà anche al sottoscritto? Chissà, nel frattempo sopravvivo…
5. Stefania – Kalush Orchestra
Pezzo incredibile, testo interessante, mix pazzesco fra rap e world music, loro hanno un’estetica assurda e, no, non hanno vinto Eurovision 2022 perché sono ucraini. Bravi, bravi, bravi.
4. Energy – Beyonce feat. Beam
Canzone davvero strepitosa, prodotta in modo magistrale da Skrillex. Si tratta di uno dei pezzi più particolari di Renaissance e di tutto il 2022: strepitoso il cambio di ritmo a metà con l’afrobeat. Canzone davvero difficile da spiegare a parole, ascoltatela.
3. Massive – Drake
Credo che nessuno si sarebbe mai aspettato una pezzo perfetto per fare vogueing da parte da Drake. Strepitosa, punto.
2. Brividi – Mahmood e Blanco
Fin dal primo ascolto è stato chiaro a tutti che la coppia di artisti avesse tirato fuori una perla. Brividi ha tutto: il testo, la base, l’intensità, la chimica fra i due interpreti…C’è una parte nella seconda strofa di Blanco che è da standing ovation, struggente, spettacolare. Pezzo italiano dell’anno, non avrebbero davvero potuto fare di meglio.
1. Break my soul – Beyoncé
Sono passati 6 anni da Lemonade, il concept album dedicato alle corna di Jay-z con Becky with the good hair. Nel frattempo è successo di tutto: Beyoncé ha pubblicato Everything is love (che non ha ascoltato nessuno, solo io) e la colonna sonora de Il Re Leone/The Gift. Poi, ad un certo punto, è scoppiata la pandemia.
Ora, io non so come l’abbiate vissuta voi, ma io particolarmente male. Quando tutto è partito, ho capito subito che sarebbe durata anni e, come dire, non è stato piacevole. Sembra che la stiamo svangando, però ecco credo che abbia lasciato un segno profondo. Fino ad un annetto fa sembrava quasi impensabile tornare a riempire le discoteche, e invece eccoci qua.
Con Renaissance, Beyoncé ha voluto raccogliere le energie accumulate negli ultimi due anni trasformando il suo ultimo disco, per l’appunto, in un Rinascimento dance, in una nuova era. Ma il mondo dove stiamo vivendo non è più quello di Confessions on a dancefloor di Madonna: è cambiato tutto. Nessuno di noi è più disposto a farsi vessare sul lavoro, a soffrire per l’università, non siamo proprio più disposti ad accettare il dolore. Per quanto una certa ideologia moderna mi faccia orrore e io la consideri pure molto pericolosa (è la cultura del “trigger warning” della terrificante Generazione Z di TikTok) va dato il merito di Beyoncé di aver incanalato queste energie in un nuovo inno alla libertà individuale.
Non solo non ci faremo più spaventare da virus di sorta (almeno per un po’, si spera) ma torneremo sulla pista da ballo con la consapevolezza che siamo noi, e soltanto noi, gli artefici del nostro destino. Che piaccia o meno quello di Break my soul (pezzo dal sapore anni ’90 che non avrebbe potuto essere più inaspettato) è un messaggio di una potenza devastante. Ma soprattutto racchiude in sé lo spirito del tempo in cui stiamo vivendo. Nessuno, come lei, avrebbe potuto fare qualcosa del genere.