In quanti, nel mercato discografico attuale, avrebbero avuto il coraggio che ha dimostrato uno come Zayn Malik? Ve lo dico io, in pochi, pochissimi. L’artista dagli “occhi da orientale” ha mandato letteralmente a puttane 5 duri anni di lavoro di un entourage capitanato dal re mida Simon Cowell che ha tentato in tutti i modi possibili di presentare al mondo l’immagine di una band perfetta, totalmente finta e costruita, congelata nel cliché del sole-cuore-amore che però piace tantissimo alle youtuber più stupidine e a frotte di ragazzine pronte a disperarsi di fronte a 5 bellocci (dalle valide doti vocali) poco più che burattini nelle mani del mainstream. Sì, sto parlando degli One Direction, una delle boy band di maggior successo delle storia.
Ad un certo punto, però, ZAYN ha deciso che forse era arrivato il tempo di sfanculare quel mondo fatato e iniziare a vivere, davvero: i suoi sforzi e la sua frustrazione sono maturati nel suo disco d’esordio, intitolato Mind of Mine, un album che attendevo da tempo e che mi incuriosiva tantissimo proprio perché sapevo che non solo non avrei trovato più traccia del pop di prima ma anche perchè sotto sotto sapevo che sarei tornato ad ascoltare un disco R&B con i controcosiddetti. Che ingenuo, sono stato.
Quest’album mi ha colpito e spiazzato di brutto perché, contrariamente a quello che mi sarei aspettato, c’è tutto e il contrario di tutto, ma è un “tutto” che suona maledettamente bene: tralasciando per un secondo il fulminante primo singolo PILLOWTALK, nel quale l’artista finalmente parla liberamente di sesso (e non è l’unico caso, la voglia di scopare e di fare il voyeur si legge anche in TiO) e le canzoni più dance-oriented tipo LIKE I WOULD, tutto il meglio di Mind of Mine è concentrato in quei pezzi dove Malik gioca a fare il Frank Ocean (non a caso il principale produttore del disco è il genio di Malay, dietro al capolavoro di Channel Orange) o ancora il Musiq, il Miguel, il Labirinth e tutto questo senza imitare nessuno, dote più unica che rara in un mondo in cui la EDM travestita da soul la fa da padrone.
L’alternanza delle maiuscole e minuscole nei titoli di alcuni pezzi racconta proprio la loro ideale sospensione in uno spazio sonoro a metà fra l’elettronica, il soul e l’alternative, se non addirittura l’etnica, percepibile nel sitar asiatico (Malik ha origini pakistane) dell’esperimento INTERMISSION: fLoWer; la ricerca di suoni diversi e originali ci porta a perderci negli echi lontani e nei vocoder di BRIGHT, di BLUE, o ancora nello spettacolare secondo singolo iT’s YoU, una fulminazione musicale dall’incedere dolce e delicato. Quello che però davvero non mi sarei mai aspettato di trovare è un certo tipo di elettronica di stampo europeo, come nel caso di iUcOsAdE, che avrei immaginato bene in un album dei recenti Daft Punk, o ancora della spettacolare rEar vIeW, che per il sottoscritto è stato amore (e headbanging) fin dal primissimo ascolto.
Il disco non si merita il massimo dei voti forse soltanto a causa degli unici pezzi banali presenti al suo interno, tipo fOol fOr You, la più classica delle ballate d’amore intro-strofa-ritornello-bridge-ritornello, o ancora nel caso di SHE DON’T LOVE ME, che sfrutta l’aumento dei BPM con un po’ di (abusatissimo) funky per risollevare una seconda parte del disco più rilassata e sognante.
Mind of mine è in definitiva un viaggio nella mente di un artista che, a quanto si intuisce, sta cercando disperatamente di cambiare direzione, anche scontrandosi contro il gusto di un pubblico che non è detto gli rimarrà fedele: quest’album non inconterà il favore incondizionato delle directioners abituate a opere ben più modeste (Made in the A.M. vi dice niente?) ma dopo tutto chissenefrega, la qualità di un artista, contrariamente a quello che in molti credono, non si valuta certo in base al riscontro del pubblico. In questo senso, mentre i suoi ex colleghi ancora non riescono (o non possono?) ammettere che lo scioglimento è alle porte, Zayn si prende una clamorosa rivincita con un disco assurdo e con un altro progetto già in cantiere. E scusate se è poco.
Tracklist
“Mind of mindd” (intro)
“Pillow talk”
“It’s you”
“Befour”
“She”
“Drunk”
“Intermission: flower”
“Rear view”
“Wrong” (feat. Kehlani)
“Fool for you”
“Borderz”
“Truth”
“Iucozade” “Tio”
“Blue”
“Bright”
“Like i would”
“She don’t love me”