La regina del pop Madonna è tornata, ed è più in forma che mai: pochi minuti fa si è infatti conclusa la data zero del Rebel Heart Tour, la sua decima tourrnée mondiale che ha finalmente preso il via dal Bell Center di Montréal, in Canada, confermando le notorie doti di intrattenitrice senza paragoni della regina del pop. Si è trattato, nello specifico, di dure ore piene di concerto che hanno deliziato il pubblico grazie ad una scaletta molto ricca che ha spaziato da gran parte dei pezzi dell’ultimo disco Rebel Heart ai più grandi successi della sua carriera, particolarmente quelli di fine anni ’80 e inizio ’90. C’è un però, di cui vi parlerò alla fine di questo post…
Ad aprire le danze, intorno alle 2:00 (ora italiana) è il dj e producer Diplo, stretto collaboratore di Madonna per il suo ultimo disco Rebel Heart (alcuni dicono persino sia, o sia stato, una sorta di friend with benefit) che ha scaldato il pubblico del palazzetto regalando un set live molto più deep house di quanto ci saremmo mai potuti aspettare, soprattutto tenendo in considerazione il successo mondiale di un pezzo come Lean On (che ha magistralmente chiuso il set). Il dj si è in ogni caso tenuto da parte anche un paio di pezi maggiormente caciaroni e commerciali come I wanna see you shake it e Somebody’s Watching Me e un remix dub di 7/11 di Beyoncé. Molto apprezzata anche la presenza di Where Are U Know, pezzone in collaborazione con Justin Bieber e il collega Skrillex e infine Power di Kanye West.
Madonna sale sul palco davvero puntualissima, alle 21:30 ora canadese come promesso, e inizia subito lo show con il botto: l’artista scende dall’alto all’interno di una gabbia, per poi uscirne e venire circondata dai uno stuolo di ballerini che impugnano gigantesche croci e danzano insieme a lei sulle note di Iconic, un pezzo molto rappresentativo della sua lunga storia da regina della musica mondiale e idolo degli omosessuali. Seguono a ruota la scatanata Bitch I’m Madonna, una stupenda versione rock di Burning up e un’esibizione coreograficamente molto bella come Holy Water/Vogue, nel corso della quale le croci sopra citate diventano dei pali di lap dance sulle quali Madonna si struscia senza ritegno insieme alle sue ballerine.
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Tralasciando la sciapa Devil Pray si passa al primo interlude sulle note di Messiah, nel quale un ballerino compie una suggestiva performance su di un piano inclinato che segue il percorso del suo corpo con delle fiamme che divampano mano a mano che si sposta; la seconda sessione del concerto inizia in sordina con la bruttina Body Shop (l’impostazione scenografica non è dissimile dalla performance di Open your heart del MDNA Tour) e prosegue con un mix schizofrenico composto da True blue (che mancava da anni in un suo tour), dalla spettacolare Deeper and deeper (un gioiello anni novanta, qui Madonna dà il meglio di sé in una coreografia davvero notevole) e infine da due lenti come Heartbreak City e Love don’t live here anymore, cantati su di un’enorme scala a chiocciola scesa dall’alto. La seconda parte del Rebel Heart Tour si chiude, cambiando ancora registro, con Like in Virgin in versione dancehall (o almeno, così l’ho percepita io).
Dopo un terzo inutile Interlude con S.E.X./Erotica come colonna sonora (e 4 letti su cui ballerini e ballerine mimavano atti sessuali, “avanguardia pura” insomma) si passa a quella che è forse la parte più originale di tutto il set: si inizia con Living for love in versione remix house (e senza Rescue Me, di cui tanto si era parlato) con la stessa coreografia già vista in diverse trasmissioni televisive dove Madonna era stata ospite, e si passa poi alla parte “spanish” e gitana del concerto, nella quale la regina del pop si scatena sulle note di La isla bonita (stupenda) e di un mega mash up anni ’80 (Dress you up/Everybody/Lucky Star). Questa sezione si chiude a dire il vero un po’ in sordina con Who’s that girl e Rebel Heart, entrambe le esibizioni sono infatti prive di guizzi creativi.
Paradossalmente, il capolavoro del concerto è il quarto e ultimo Interlude sulle note di Illuminati (prodotta insieme a Kanye West) dove i ballerini danzano in aria sostenuti da cavi e da pali pieghevoli (nel video qui sotto capite cosa intendo), in questo punto in particolare il palazzetto è scoppiato in un delirio incredibile, e a ragione. Veniamo poi alle note dolenti: l’ultimo pezzo del concerto è davvero molto, molto sottotono e se non fosse per la mia canzone preferita ovvero Music e la simpatica cover di La vie en rose sarebbe davvero da dimenticare.
Cosa voglio dire con tutto questo? Voglio dire che ho avuto la fortuna di poter seguire un concerto su Periscope ad orari assurdi per vedere un live set sì Madonnaro fino al midollo ma tutt’altro che rivoluzionario: tante, tantissime idee del tour erano già presenti in quelli precedenti e, obbligate a ridursi visti gli spazi più ristretti dei palazzetti, sono rimaste sviluppate, diciamo, a metà.
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Che la spettacolarità dell’MDNA Tour o del Confessions Tour fosse difficile da ripetere era piuttosto scontato, tanto è vero che nutrivo su questo Rebel Heart Tour diversi dubbi: non che sia stato un brutto concerto, e anzi penso mi farà impazzire appena lo vedrò dal vivo (già di fronte allo schermo del computer, con una lattina di Burn in corpo, ero scatenato) però resta un prodotto piuttosto prevedibile e con poche idee seriamente geniali. Se è pur vero che dalla regina del pop ci aspettiamo sempre di più, c’è anche da ammettere che ci troviamo dopo tutto di fronte ad una 57 enne che è riuscita a tirar su uno spettacolo baraccone (perché alla fine della fiera, un po’ lo è) ma sicuramente più che dignitoso. Forse, e dico forse, siamo noi fan che siamo diventati schizzinosi, dall’alto dei notri schermi e delle nostre penne virtuali. Ti aspetto a Parigi Madge, vedi di non deludermi.
Setlist Madonna Rebel heart Tour Montréal 9 settembre 2015
Intro / Revolution
Iconic
Bitch i’m Madonna
Burning Up (rock version)
Holy water/Vogue
Devil Pray
Interlude Messiah
Body Shop
True Blue
Deeper and deeper
Heartbreak City
Love don’t live here anymore
Like a virgin (Dancehall remix)
Interlude S.E.X./Erotica
Living for love remix
La Isla Bonita
Dress you up/Intro the groove/Everybody/Lucky Star (Flamenco version)
Who’s that girl (acustica)
Rebel heart
Secret Project / Illuminati Interlude
Music/Get stupid
Candy Shop
Material Girl
La vie en rose (acustica)
Unapologetic Bitch (special guest: Diplo)
Holiday
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