Come vi sarete già resi conto, anche dal sottotitolo del blog, Ziomuro Reloaded è uno spazio web anche molto personale dove oltre a news varie ed eventuali riguardanti la musica parlo davvero di tutto quello che mi frulla in testa: oggi, per esempio, vi vorrei raccontare di una pessima esperienza da cliente avuta con un brand importante come Zara della quale mi è venuto voglia di parlare solo adesso, in questi giorni in cui l’ispirazione per il blog manca.
Lo scorso 25 di ottobre in occasione degli MTV EMA 2015 a Milano mi sono comprato un bel cappotto presso il punto vendita di Via Torio, peccato solo che a una settimana dall’acquisto su entrambe le tasche si sono formati dei buchi che hanno fatto sì che gli oggetti entrassero nella fodera, rendendole totalmente inutilizzabili. Un paio di settimane dopo l’acquisto, appena ho potuto, sono andato in negozio con tanto di scontrino per reclamare il mio diritto ad una sostituzione ma il ragazzo del negozio è stato inflessibile -si vede che l’hai utilizzato, non posso fare nulla!-. Io lì per lì ho detto ok accetto quello che mi dici anche se non lo condivido, sapevo in ogni caso che non sarebbe finita lì.
Il Signor Zara non sa che il sottoscritto ha lavorato per diversi mesi nel settore del servizio clienti anche social per cui ho prontamente scritto al servizio clienti Facebook, ricevendo come risposta che avrei dovuto inviare le foto del prodotto e i miei recapiti per cercare di rispondere alla mia richiesta. Mi chiama qualche giorno dopo una ragazza gentilissima che, però, mi ha trasmesso il messaggio più sbagliato possibile che lei stessa aveva ricevuto da un -manager di negozio X che aveva visionato le foto-:sostanzialmente non potevano cambiarmi il capo, nonostante lo scontrino, perché dalle foto appariva che io avevo modificato il cappotto, come se avessi provato a cucire i buchi.
In quel momento ho mantenuto tutto il mio aplomb e ho precisato alla gentile operatrice che la cosa non sarebbe finita lì, perché cornuto va bene ma mazziato anche noi: ho riscritto su Twitter e Facebook due post di fuoco, ai quali ho ricevuto pure una risposta, quella che faceva riferimento sostanzialmente alla necessità che io -me ne facessi una ragione-.
Premesso che attendo ancora una risposta di qualsivoglia tipo, vorrei dire a Zara e ai suoi dipendenti un paio di cose: no, ragazzi, state tranquilli che continuerò a comprare la vostra roba perché è l’unica che fondamentalmente io mi posso permettere in riferimento al rapporto qualità prezzo. C’è un però: dovete sapere, cari ZARISTI, che i vostri commessi sono fra i maleducati e antipatici del mondo (soprattutto i ragazzi) e la fama del vostro marchio rispetto alle condizioni di lavoro è pessima. Tutti, ma proprio tutti, quelli che ho conosciuto che hanno lavorato da voi mi hanno parlato di condizioni di lavoro allucinanti, sottolineando che non c’è niente di peggio che lavorare da Zara. Ecco, magari un po’ di umanità da parte vostra non farebbe male e anche un po’ di formazione, visto che è chiaro che i vostri manager che controllano le foto dei prodotti difettosi dei vostri prodotti non capiscono chiaramente una mazza.
Cordiali saluti,
Z.