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La leggenda di Cristalda e Pizzomunno è il titolo della canzone di Max Gazzé in gara al Festival di Sanremo 2018, in programma al Teatro Ariston dal 6 al 10 febbraio 2o18 e con la conduzione di Claudio Baglioni (accompagnato da Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino).
Ecco come l’artista ha commentato il significato del testo della canzone (composta insieme a F. De Benedettis e F. Gazzé) a TV Sorrisi e Canzoni:
la storia me l’ha raccontata mio fratello Francesco, che ha scritto il testo. Un marinaio è così innamorato della sua Cristalda da resistere al canto delle sirene; queste però si infastidiscono la sua amata in fondo al mare con le catene. Lui non riesce a salvarla e rimane pietrificato, diventando così il monolite che si trova sulla spiaggia di Vieste. Ogni cento anni, però, le sirene concedono una notte di libertà ai due amanti. La loro è la forza di un amore eterno che vince il tempo. la morte, ma anche le tentazioni di ogni giorno.
Qui sotto trovate il testo di La Leggenda di Cristalda e Pizzomunno. La canzone è uno dei pezzi inseriti in Alchemaya, un album tratto dal concerto omonimo che Gazzè ha portato in giro per l’Italia nel 2017. Il disco uscirà il 9 febbraio.
https://twitter.com/MaxGazze/status/957334317071523840
Testo
Tu che ora
Non temi,
ingnorane
il canto..
quel coro ammaliante
che irrompe alla mente
e per quanto
Mulini
le braccia oramai
non potrai
far più ninete
Ma se ti rilassi
e abbandoni
il tuo viso
a un lunghissimo sonno
O mio Pizzomunno
Tu guarda
quell’onda
Beffarda
che affonda
il tuo amore indifeso
io ti esisterò
per la vita fedele
e se fossero
pochi, anche cent’anni
così addolcirai gli inganni
delle tue sirene…
Cristalda era bella
e lui da lontano
poteva vederla
ancora così
con la mano
protesa
e forse una lacrima scesa
nel vento
Fu solo un momento
poi lui sparì
al lago
e lei in casa cantando…
Neppure il sospetto
che intanto
da sotto
la loro vendetta
ed il loro lamento
Perché poveretta
già avevano in cuore
i muscoli tesi
del bel pescatore
e tu all’ennesimo suo rifiuto
Un giorno fu punito!
Ma io ti aspetterò..
io ti aspetterò
fosse anche per cent’anni
aspetterò
fosse anche per cent’anni
E allora dal mare
salirono insieme
alle spiagge
di Vieste
Malvage
Sirene..
Qualcuno le ha viste
portare nel fondo
Cristalda in catene
E quando le urla
raggiunsero il cielo
lui impazii davvero
provando a salvarla
perchè più non c’era
E quell’ira
accecante
lo fermò per sempre
e così la gente
lo ammira
da allora
Gigante
di bianco calcare
che aspetta tutt’ora
il suo amore
rapito
e mai più tornato
Ma io ti aspetterò..
fosse anche per cent’anni aspetterò
fosse anche per cent’anni spetterò
io ti aspetterò
fosse anche per cent’anni
Si dice che adesso
e non sia leggenda
in un’alba
d’agosto
La bella Cristalda
risalga dall’onda
a vivere ancora
una storia
stupenda