Come vi ho raccontato qui su Ziomuro Reloaded, nelle scorse ore Paul McCartney ha scritto un messaggio al vetriolo sulla sua pagina Facebook ufficiale.
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Il post era dedicato al nostro paese e al nostro governo, con particolare riferimento ai concerti di Napoli e Lucca che si sarebbero dovuti tenere il 10 e 13 giugno e che sono stati cancellati causa Covid-19.
In breve, Paul McCartney si è lamentato dal fatto che i suoi fan non avrebbero ricevuto un rimborso per il live cancellato, bensì un semplice voucher da utilizzare però per un altro live con lo stesso organizzatore.
D’Alessandro e Galli però non ci stanno. Alle accuse di Paul McCartney gli organizzatori hanno risposto con la seguente nota:
Abbiamo preso visione delle dichiarazioni di Paul McCartney da lui rilasciate questa mattina. Comprendiamo pienamente l’amarezza dell’Artista che teneva a questi due concerti che avrebbero segnato il suo ritorno in Italia così come comprendiamo il suo dispiacere di fronte al disagio che i suoi fans dovranno sostenere non ricevendo un rimborso diretto bensì in voucher. Questa formula di rimborso è una misura straordinaria di cui lo staff di Paul McCartney era perfettamente a conoscenza da prima della cancellazione e che, come è noto, è stata istituita dal Governo Italiano per far fronte a una crisi senza precedenti che rischiava di dare un colpo fatale all’industria della musica dal vivo e ai circa 400.000 lavoratori che ne fanno parte e che rischiano di non poter lavorare per un anno.
Crediamo che il Governo abbia identificato nel voucher lo strumento che garantisse il corretto bilanciamento tra la legittima delusione del fan che non potrà assistere ad un determinato concerto e l’esigenza vitale di sostenere l’intera filiera dello spettacolo. Da parte nostra, per ridurre al massimo il disagio degli spettatori, a cui non faremo mai mancare il nostro rispetto, ci siamo già impegnati per il 2021 a recuperare quasi tutti gli spettacoli programmati per il 2020 e stiamo lavorando per aggiungerne altri, per offrire la più ampia scelta a coloro che dovranno spendere il voucher a seguito di un concerto cancellato.
Concedetemi però il beneficio del dubbio. Al di là che come detto e scritto da più parti all’estero i biglietti per i concerti cancellati sono stati rimborsati, mi viene da chiedermi se il team dell’ex Beatles fosse effettivamente stato avvisato della creazione dei voucher da parte del governo quando l’epidemia è esplosa. Mi auguro di sì, perché dubito che quando Paul McCartney ha firmato il suo contratto avesse letto la clausola di “possibile creazione voucher nel caso di epidemia globale”: