Mi ritrovo a rifiutare un altro lavoro dopo neanche un mese perchè, anche se ben pagato, era totalmente distante dai miei interessi e dalle mie aspirazioni; in parallelo, trovo sbocchi e una rinnovata passione dell’insegnamento, nella condivisione delle mie conoscenze e, chiaramente, anche nella musica.
Non che non sapessi che sono un tipo da lavori mentali più che fisici, ma ho di recente sperimentato il confronto fra lavori totalmente diversi e ho capito quello che voglio fare. Scrivere su un giornale online mi sta dando enormi soddisfazioni, fra le quali la mia prima “intervista” a nientepopodimeno che Fedez, un bel traguardo. In qualche modo, quell’obiettivo che ho fin da prima di iniziare a studiare all’università (che ho amato profondamente) sembra farsi sempre più realta, con le dovute limitazioni. In università altrettanto, quando lavoro a stretto contatto con studenti ho l’impressione di non lavorare nemmeno, le ore passano e non me ne accorgo.
Questo post non è dunque un muro del pianto per parlare di un’esperienza negativa ma, al contrario, una valvola di sfogo per voi lettori (dopo neanche due mesi sfioro le 40.000 visualizzazioni, cose mai viste) per dirmi quello che voi volete fare davvero nella vita.
Se siete studenti e vi è stata imposta una facoltà ribellatevi, seguite le vostre aspirazioni a prescindere da quello che dicono i vostri genitori, se volete studiare lingue scegliete lo spagnolo se vi piace più del difficile (ma socialmente utile) tedesco, cinese o russo. Se volete quel lavoro createvi una rete, cercate su internet, abbiate faccia tosta, che tanto la ruota gira per tutti, prima o poi, e girerà anche per voi.
Adesso voglio un’altra cosa, voglio andare al Mc Donald per provare il quarto panino della serie Great Tastes of America, che sto seguendo qui; voi, nel frattempo, ditemi con un commento cosa volete. Tenete però presente che io di bonifici non ne faccio.