Con WALLS dei Kings of Leon non è stato amore a prima vista, o a primo ascolto, che dir si voglia. Anzi, per essere più precisi non è mai stato vero amore, piuttosto una blanda infatuazione, che però negli ultimi giorni continua imperterrita a convincermi che lo devo mettere in loop su Spotify.
WALLS non è esattamente il disco che mi sarei aspettato da Kings of Leon e dalla voce, stupenda, del leader Caleb Followill, ma è comunque un album piacevole, forse un po’ sottotono rispetto ai loro precedenti, molto più graffiati e graffianti: We are like love songs, l’acronimo da cui deriva il titolo, riflette dopo tutto in modo piuttosto fedele il mood generale, posato, molto romantico e sognante e decisamente più vicino al country folk che al rock duro e puro.
Piano piano, ascolto dopo ascolto, la prima impressione di straniamento generale (è innegabile) lascia spazio ad quella piacevole sensazione di rilassamento da musica, uno stato mentale e fisico che ti porta a canticchiare i pezzi come se già li avessi interiorizzati, a mio parere un pregio bellissimo perché se è pur vero che la musica deve essere in grado di raccontare storie, deve anche permetterti di farsi ascoltare senza dover per forza trovarci chissà quale significato oscuro.
Con questo approccio, poco a poco, inizi ad apprezzare le emozioni in crescendo di Waste a moment (che racconta la storia di una cameriera di Waco to Weho, delusa e ingannata dall’amore) e intoni i ritornelli di Find me, o ancora le melodie più delicate di Conversation Place e i ritmi allegri ed estivi di Around the World, il pezzo in assoluto più spensierato e pop di tutto il disco dedicato alla bellezza di un mondo pieno di ragazze con cui ballare e perdersi, in senso assolutamente positivo. A completare questo quadro, che come potrete notare è molto variegato, arrivano anche pezzi piuttosto inaspettati come la sensuale ballad Tex Mex Muchacho, dedicata in realtà all’ex compianto direttore creativo della band Brett Kilroe, o ancora a momenti più introspettivi come Walls, ballata magnifica “in punta di piedi” che chiude le danze in modo magistrale.
I muri che cadono di cui parlano i Kings of Leon nel pezzo di cui sopra sono dunque legati non solo alle certezze della vita di ogni giorno ma anche e soprattutto alle delusioni amorose, ed è possibile che siano state proprio esse a spingere i componenti della band a comporre questo disco, un album ricco di contenuti seppur non certo un capolavoro. Spesso si pensa che siano i momenti più complicati della nostra esistenza quelli in cui riusciamo a tirare fuori il meglio di noi stessi: potrebbe essere questo il caso dei Kings of Leon e di questa loro ultima fatica discografica, anche se Caleb e compagni, lo sappiamo tutti, possono fare ancora molto di meglio.
Tracklist
1. “Waste A Moment”
2. “Reverend”
3. “Around The World”
4. “Find Me”
5. “Over”
6. “Muchacho”
7. “Conversation Piece”
8. “Eyes On You”
9. “Wild”
10. “WALLS”
Kings of Leon – WALLS: la recensione di Ziomuro Reloaded
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