Fin da quando il genere umano ha creato i concerti e gli eventi sportivi, a memoria d’uomo, sono esistiti i bagarini: di norma te li ritrovi a pochi metri dal locale, dal palazzetto o dallo stadio dove si svolgerà l’evento mentre cercano con la loro raffinata parlantina di rifilarti gli ultimi biglietti disponibili per il concerto che attendi da tanto tempo, a maggior ragione se l’evento è sold out. Negli ultimi anni, con l’avvento della tecnologia e di internet, a questo simpatici personaggi si sono aggiunti i cosiddetti siti di secondary ticketing (un inglesismo ormai abusato che si riferisce al bagarinaggio online) che hanno come tratto distintivo la capacità di fornire biglietti introvabili a prezzi stellari, spesso folli. Qui sotto un esempio del più celebre, Viagogo.
Fin qui tutto chiaro, penso: questa piattaforma e i suoi concorrenti, ogni volta che viene annunciato un concerto particolarmente importante, scaldano i motori (spesso tramite bot, programmi non proprio leciti creati ad hoc) per accaparrarsi quanti più biglietti possibili, da rivendere poi a tutti quei disperati che sono rimasti a bocca asciutta dopo l’apertura delle prevendite.
Di norma in Italia si possono svolgere tre tipi di concerti: quelli che non si esauriscono nemmeno la sera stessa alle casse, quelli che si riferiscono a grandi artisti nostrani che girano l’Italia con un sacco di date e infine, ed è questo il caso, le attesissime date uniche di cantanti o gruppi internazionali che non ci vengono a trovare da una vita, ed è proprio qui che scatta la follia, come successo nel caso dei Coldplay a inizio ottobre.
Il problema, almeno in Italia, è che l’unico sito che permette di acquistare i ticket per gli eventi più importanti (ce ne sono anche altri, ma si riferiscono di solito a live minori) è Ticketone, una piattaforma che ha da sempre una grossa, gigantesca falla: si impalla ogni volta che un quantitativo di persone eccessivo di riversa sui suoi server, permettendo di completare l’ordine solo dopo diversi tentativi e sempre che la sorte sia dalla parte dell’utente finale. In molti casi (vedasi il recente live di Adele) dopo un’agonia di diversi minuti ci si ritrova con un pugno di mosche in mano: i biglietti tanto attesi si esauriscono dopo pochissimi minuti, poco importa quali siano le dimensioni della location dove si terrà l’evento. Peccato soltanto che nel caso del concerto dei Coldplay a San Siro la dinamica si sia svolta troppo rapidamente per non far pensare che dietro ci fosse qualcosa di grosso.
Biglietti #Coldplay esauriti, #Altroconsumo 'denuncia' Ticketone all'Antitrust https://t.co/akI5HSyt1g pic.twitter.com/tWxOFDdqGC
— Adnkronos (@Adnkronos) October 7, 2016
Una seconda data, quella del 4 luglio, un intero stadio esaurito in letteralmente 5 minuti è impossibile, per quanti fan la band di Chris Martin possa avere: è dunque da inizio ottobre che sui principali siti di informazione musicale è riemersa la problematica del secondary ticketing, di recente balzata agli onori delle cronache a causa di un controverso servizio andato in onda a Le Iene e svolto da Matteo Viviani.
Riassunto in due parole, il reportage ci ha presentato le rivelazioni di un’addetta di un sito di secondary ticketing relative al fatto che una grandissima azienda organizzatrice di eventi in Italia (fin da subito tutti hanno pensato a Live Nation) stava tenendo da parte una parte cospicua dei biglietti di grandi eventi per tali piattaforme illecite, prendendo poi il 90% dei guadagni su quantità di soldi già particolarmente cospicue. Le dichiarazioni di un impacciatissimo Roberto De Luca, AD di Live Nation, di fronte ai documenti che dimostravano certe transazioni hanno portato a pensare che le accuse fossero effettivamente reali. Da questo momento in poi, apriti cielo.
Il primo a reagire alla video intervista è stato Vasco Rossi, che ha dichiarato di voler interrompere la propria collaborazione con l’agenzia dopo anni per effettuare tutte le verifiche del caso; successivamente sono arrivati Claudio Trotta, presidente di Barley Arts, che ha minacciato di denunciare Live Nation per concorrenza sleale; in serata sono arrivati i commenti di Tiziano Ferro e Marco Mengoni, artisti da milioni di fan e fatturati da capogiro, tutti particolarmente sconvolti e pronti a passare per vie legali, se fosse stato necessario.
https://www.facebook.com/BarleyArtsPromotion/posts/10154210583798195
Più tardi, Live Nation ha com’era d’obbligo inviato ai mezzi di comunicazione un comunicato stampa ufficiale con il quale, in realtà, pare avere fatto pure peggio, mettendo una pezza a questa incredibile shitstorm alla alla bell’e meglio.
In riferimento al servizio andato in onda ieri sera 8 novembre all’interno del programma televisivo “Le Iene”, Live Nation precisa e puntualizza che le affermazioni contenute nel servizio si riferivano unicamente a pochi Artisti internazionali e che nessuno degli Artisti italiani ha mai chiesto di assegnare biglietti dei loro spettacoli al mercato di vendita secondario.
Ugualmente Live Nation garantisce di non aver spontaneamente immesso sul mercato secondario quantitativi di biglietti dei concerti di Tiziano Ferro, Giorgia e Marco Mengoni, attualmente in vendita.
Live Nation Italia
Che cosa succederà adesso? Ancora non è chiaro, ma è molto probabile che la lista di artisti che si dichiarerà estranea alle dichiarazioni su e di Live Nation si allungherà: il prossimo dovrebbe essere Ligabue, a breve in tour in giro per i palazzetti d’Italia per presentare l’album Made in Italy.
Da questo momento in poi, in ogni caso, Ticketone dovrebbe fare due cose: primo, creare finalmente dei biglietti nominali (come d’altra parte succede nel resto d’Europa) per evitare l’emorragia di ticket incontrollata sul web; in secondo luogo, è necessario un aggiornamento e un ampliamento dei server, per permettere a tutti di non dover perdere anni di vita per acquistare biglietti che, spesso e volentieri, sono già di per sé cari impestati.
Z.