Ancora peggio dei dischi brutti ci sono i dischi che mi fanno incazzare e 24K Magic di Bruno Mars rientra senza dubbio in questa seconda categoria. Ci sono voluti 4 anni affinché l’interprete di Juat the way you are tornasse in studio di registrazione (eccezion fatta per l’incredibile successo di Uptown Funk), un’attesa che ha portato l’artista a pubblicare un album composto da sole 9 canzoni costruite sempre sullo stesso cliché funky e vecchio stile, prive di ritornelli convincenti e testi con un minimo di spessore.
Nonostante il precedente album fosse pieno di piccole perle (Locked out of heaven è un piccolo capolavoro ispirato al meglio dei Police, Moonshine omaggiava Michael Jackson, When I was your man era una signora ballad) questo disco, fin dalla traccia che dà il titolo al progetto, gronda sovrastrutture, un maschilismo malcelato e infiniti riferimenti ai social network (provate a contare quante volte si parla di hashtag, di Twitter e di Instagram) che rendono il prodotto finale ripetitivo e ai limiti del trash.
Se Bruno Mars voleva rendere un personale tributo alla freschezza del funky anni ’70 e alle ballad soul dei primi anni ’90 avrebbe quantomeno dovuto impegnarsi per scrivere dei testi che non risultassero così scontati e in alcuni casi di cattivo gusto: in Chunky, giusto per fare un esempio, l’artista parla del tipo di ragazza tutta curve che farebbe salire in macchina, in Perm invita la sua dolce metà a farsi bella per il dancefloor, in That’s what I like dà sfoggio di tutte le cose costose di cui è appassionato. Persino in Versace on the floor, che ha un sound che ci riporta ai fasti dei Boyz II Men, Mars spreca l’occasione e chiede alla sua bella di spogliarsi dei suoi griffatissimi vestiti, scadendo così in una celebrazione del lusso che solo certi rapper di quarta categoria.
Tutto il disco è dunque incentrato su una storia di sesso e passione, più che di vero amore, coperta di una patina glamour e dorata che appesantisce ogni singolo pezzo: 24K Magic è un disco che ha davvero poco da raccontare, se non l’incensamento di un certo stile di vita, e rappresenta così un grosso scivolone per un interprete che fino a questo punto ci aveva regalato un ottimo pop-soul da classifica.
Tracklist
- 24K Magic
- Chunky
- Perm
- That’s What I Like
- Versace On The Floor
- Straight Up & Down
- Calling All My Lovelies
- Finesse
- Too Good To Say Goodbye