Se siete interpreti e/o traduttori almeno un centinaio di volte nel corso della vostra carriera universitaria o lavorativa avrete sentito qualcuno (compresi i vostri professori) chiedervi: ma hai mai pensato di lavorare come interprete all’ONU? Oppure all’Unione Europea?
Ebbene sull’argomento i non addetti al settore hanno le idee abbastanza confuse e pensano che per entrare a far parte di queste istituzioni basti sapere un paio di lingue e avere in mano una laurea specialistica. Purtroppo non è così, o almeno non è così semplice.
Partiamo dai fondamentali: per poter lavorare in una grande istituzione internazionale come interprete è necessario possedere una laurea specialistica (o master corrispondente) in Interpretariato di Conferenza: in alternativa, ma ormai si tratta di casi rari legati a professionisti che sono da anni sul mercato, credo sia possibile anche fare richiesta per i concorsi grazie ad una (lunghissima) esperienza maturata nel settore; le lingue straniere richieste di norma sono due più la lingua madre. Con le dovute eccezioni, ora vi spiego meglio cosa intendo.
Per lavorare alle Nazioni Unite come interpreti è necessario avere una delle seguenti lingue come lingua madre: inglese, francese, spagnolo, arabo, russo e cinese. Se, per intenderci, siete dei “semplici” madrelingua italiani come il sottoscritto non potrete lavorarci. Per l’Unione Europea invece il discorso è semplice e complesso allo stesso tempo.
Al 99,995% l’Unione Europea assume interpreti che lavorino esclusivamente dalla lingua straniera VERSO la loro lingua madre (nel mio caso inglese>italiano, spagnolo>italiano): attualmente però la cabina italiana per le lingue più comuni (francese, tedesco, portoghese, spagnolo etc) non ha posti disponibili per nostri connazionali…con una grande eccezione. Se fra le vostre lingue passive è presente una delle cosiddette lingue “esotiche” (per es. ungherese, polacco, greco, bulgaro, estone, croato etc) sappiate che siete carne molto appetibile per le istituzioni. Ma non è ovviamente finita qui.
Per poter entrare nelle istituzioni bisogna aspettare l’apertura di specifici bandi di concorso per alcune posizioni aperte (trovate la lista sul sito ufficiale dell’UE) che testeranno i candidati sulle due lingue di lavoro con le quali si presenteranno prima con un test in interpretazione consecutiva e successivamente con un test di simultanea. Passati entrambi, l’interprete potrà essere contrattato come free-lance oppure come funzionario.
Per quanto riguarda la traduzione invece la strada è leggermente meno in salita: poiché tutti i documenti dell’UE devono essere tradotti nelle 24 lingue ufficiali, il lavoro è molto più consistente e di conseguenza le istituzioni offrono circa ogni 6 mesi la possibilità di effettuare stage retribuiti (intorno ai 1000 euro) di norma a Strasburgo o Lussemburgo. Tenete presente che vi verrà richiesta la conoscenza del francese e, se possibile pure del tedesco, vista la posizione dei principali organi dell’UE e l’importanza della Germania all’interno di Parlamento e Commissione.
Un ultimo consiglio: pubblicate questo articolo ogni qualvolta qualche conoscente pubblicherà sulla vostra bacheca Facebook il classico post -Tirocini per interpreti e traduttori al Parlamento Europeo-. So che siete in tanti, ci sono passato anch’io 😉