Sull’internet, il tipo di articoli più condivisi in assoluto è senza dubbio quello in stile “10 cose”, nel quale la stragrande maggioranza delle persone si riconosce, nel bene o nel male, e di conseguenza è maggiormente portata a fare click su mi piace, retwittare, mettere una stellina eccetera eccetera. Si tratta di una semplice tattica di social media marketing che può dare ottimi risultati in termini di visualizzazioni.
Nella comunità degli interpreti e dei traduttori poi, il sentimento di frustrazione/mancanza di un albo/particolarità del mestiere/livello di campanilismo porta le persone a postare questi articoli sui propri social con frequenza ancora maggiore rispetto alla norma: non è un caso che quando spammai l’articolo sugli interpreti agli EMA’s ricevetti un botto di like e condivisioni.
A questo proposito, dovete sapere che proprio in questi giorni è in atto su Facebook un testa a testa per l’articolo più letto fra 10 cose da sapere per sopravv(vivere) con un traduttore e 5 frasi da NON dire ad un traduttore/ad una traduttrice: peccato che entrambi scadano nel buonismo e si dimentichino, com’era prevedibile, l’unica vera cosa da non dire mai (o forse sarebbe meglio dire da non dire MAI PIÙ) ad un traduttore.
Tranquilli, non dovrete scorrere dieci pagine di spiegazioni con le freccette in basso, vi dico subito di cosa si tratta:
Hai visto? Al Parlamento Europeo hanno aperto un bando per traduttori, te lo pubblico magari ti può interessare!
Ora, nulla di personale eh, ma cari papà, mamma, amici, parenti di amici, amici di parenti: sì, lo sappiamo, c’avete rotto i coglioni.